Il saggio tenta di trovare una risposta ad alcune questioni centrali per l’interpretazione della Genealogia della morale (1887). Per farlo si avvale anche di una fonte nietzscheana mai studiata sino ad ora, gli scritti dell’inventore del termine ‘ipnotismo’, il medico scozzese James Braid. Le questioni aperte sono: Cosa intende Nietzsche con ‘volontà del nulla’? Qual è la relazione tra ‘volontà del nulla’ e risentimento? In che misura sono affini? Cosa li distingue? Che cosa significa la tesi nietzscheana secondo cui è meglio volere il nulla che non volere? Significa innanzitutto che un’autonegazione della volontà è impossibile. Schopenhauer ha tentato di giustificare una tale autonegazione nella sua concezione dell‘ascetismo. Seguendo Braid Nietzsche reinterpreta la ‘quiete nel nulla’ degli asceti: si tratta di uno stato ipnotico e come tale non è né una autonegazione della volontà nel senso di Schopenhauer né risentimento nel senso di Dühring, con la cui critica della filosofia schopenhaueriana Nietzsche si è misurato a partire dalla metà degli anni settanta. Contro Dühring e il suo principio della necessità universale della reazione Nietzsche sostiene la necessità dell’azione. Nel fatto che quest’ultima venga ignorata Nietzsche ravvisa un indizio di una tendenza generale all’autosminuimento dell’uomo, che caratterizza ai suoi occhi la modernità e rivela come l’ideale ascetico continui a dominare anche la volontà di verità della scienza moderna.
Ressentiment, Wille zum Nichts, Hypnose. "Aktiv" und "reaktiv" in Nietzsches Genealogie der Moral
Brusotti, Marco
2001-01-01
Abstract
Il saggio tenta di trovare una risposta ad alcune questioni centrali per l’interpretazione della Genealogia della morale (1887). Per farlo si avvale anche di una fonte nietzscheana mai studiata sino ad ora, gli scritti dell’inventore del termine ‘ipnotismo’, il medico scozzese James Braid. Le questioni aperte sono: Cosa intende Nietzsche con ‘volontà del nulla’? Qual è la relazione tra ‘volontà del nulla’ e risentimento? In che misura sono affini? Cosa li distingue? Che cosa significa la tesi nietzscheana secondo cui è meglio volere il nulla che non volere? Significa innanzitutto che un’autonegazione della volontà è impossibile. Schopenhauer ha tentato di giustificare una tale autonegazione nella sua concezione dell‘ascetismo. Seguendo Braid Nietzsche reinterpreta la ‘quiete nel nulla’ degli asceti: si tratta di uno stato ipnotico e come tale non è né una autonegazione della volontà nel senso di Schopenhauer né risentimento nel senso di Dühring, con la cui critica della filosofia schopenhaueriana Nietzsche si è misurato a partire dalla metà degli anni settanta. Contro Dühring e il suo principio della necessità universale della reazione Nietzsche sostiene la necessità dell’azione. Nel fatto che quest’ultima venga ignorata Nietzsche ravvisa un indizio di una tendenza generale all’autosminuimento dell’uomo, che caratterizza ai suoi occhi la modernità e rivela come l’ideale ascetico continui a dominare anche la volontà di verità della scienza moderna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.