Il saggio analizza la complessa dinamica delle relazioni tra il re d’Ungheria (1387-1437), poi re dei Romani (1410-1433) e quindi imperatore (1433-1437) Sigismondo di Lussemburgo, ed i duchi di Milano di casa Visconti, ossia Giangaleazzo (1395-1402), Giovanni Maria (1402-1412) e Filippo Maria (1412-1447). L’aspetto più rilevante dell’indagine risiede nel proporre all’attenzione della storiografia il tema del rilancio del “Regnum Italicum” quale orizzonte geopolitico di riferimento nell’azione del sovrano lussemburghese, sulla scorta, peraltro, di una strategia che nel corso degli anni venne plasmata con notevole duttilità. Tale duttilità per un verso non fu che una conseguenza degli adattamenti all’evoluzione degli equilibri geopolitici della Penisola italiana. Per un altro verso però essa fu anche l’effetto della propensione di Sigismondo a modulare la propria condotta sulla base delle diverse direttrici che avevano ispirato in passato l’operato dei precedenti sovrani della casa di Lussemburgo, e in particolare di Enrico VII, di Carlo IV e di Venceslao (rispettivamente il bisavolo, il padre e il fratello dello stesso Sigismondo). In questa prospettiva rientravano naturalmente anche i rapporti con la realtà politica e territoriale dello Stato visconteo, nei riguardi della quale Sigismondo alternò in effetti atteggiamenti piuttosto discontinui, anche in rapporto all’evolversi della situazione più specificamente interna della compagine milanese. D’altro canto, ai disegni di Sigismondo, che comunque puntavano in linea di massima a ridare un senso alla realtà istituzionale dell’antico Regnum Italicum, si correlavano quelli dei Visconti, i cui obiettivi, diversi da quelli del sovrano lussemburghese, erano in definitiva riconducibili alla prospettiva del consolidamento, della ricostituzione, e della lotta per la sopravvivenza della loro compagine politico-territoriale, e che proprio per questo poterono ritrovarsi in più di un’occasione portati a ricercare l’alleanza di Sigismondo, sia in considerazione di esigenze di legittimazione, sia in funzione di contrappeso alla minaccia rappresentata dall’espansionismo della Repubblica di Venezia (a sua volta impegnata nella conquista di un forte retroterra territoriale nella Terraferma). Dall’intrecciarsi di queste differenti istanze politiche derivò un quadro di relazioni e di rapporti politici piuttosto complessi, di cui il saggio cerca di ricostruire puntualmente tutti i principali momenti.
Les rélations complexes entre Sigismond de Luxembourg et les Visconti, ducs de Milan
SOMAINI, Francesco
2006-01-01
Abstract
Il saggio analizza la complessa dinamica delle relazioni tra il re d’Ungheria (1387-1437), poi re dei Romani (1410-1433) e quindi imperatore (1433-1437) Sigismondo di Lussemburgo, ed i duchi di Milano di casa Visconti, ossia Giangaleazzo (1395-1402), Giovanni Maria (1402-1412) e Filippo Maria (1412-1447). L’aspetto più rilevante dell’indagine risiede nel proporre all’attenzione della storiografia il tema del rilancio del “Regnum Italicum” quale orizzonte geopolitico di riferimento nell’azione del sovrano lussemburghese, sulla scorta, peraltro, di una strategia che nel corso degli anni venne plasmata con notevole duttilità. Tale duttilità per un verso non fu che una conseguenza degli adattamenti all’evoluzione degli equilibri geopolitici della Penisola italiana. Per un altro verso però essa fu anche l’effetto della propensione di Sigismondo a modulare la propria condotta sulla base delle diverse direttrici che avevano ispirato in passato l’operato dei precedenti sovrani della casa di Lussemburgo, e in particolare di Enrico VII, di Carlo IV e di Venceslao (rispettivamente il bisavolo, il padre e il fratello dello stesso Sigismondo). In questa prospettiva rientravano naturalmente anche i rapporti con la realtà politica e territoriale dello Stato visconteo, nei riguardi della quale Sigismondo alternò in effetti atteggiamenti piuttosto discontinui, anche in rapporto all’evolversi della situazione più specificamente interna della compagine milanese. D’altro canto, ai disegni di Sigismondo, che comunque puntavano in linea di massima a ridare un senso alla realtà istituzionale dell’antico Regnum Italicum, si correlavano quelli dei Visconti, i cui obiettivi, diversi da quelli del sovrano lussemburghese, erano in definitiva riconducibili alla prospettiva del consolidamento, della ricostituzione, e della lotta per la sopravvivenza della loro compagine politico-territoriale, e che proprio per questo poterono ritrovarsi in più di un’occasione portati a ricercare l’alleanza di Sigismondo, sia in considerazione di esigenze di legittimazione, sia in funzione di contrappeso alla minaccia rappresentata dall’espansionismo della Repubblica di Venezia (a sua volta impegnata nella conquista di un forte retroterra territoriale nella Terraferma). Dall’intrecciarsi di queste differenti istanze politiche derivò un quadro di relazioni e di rapporti politici piuttosto complessi, di cui il saggio cerca di ricostruire puntualmente tutti i principali momenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.