L'area mediterranea rappresenta uno spazio dall'elevato valore simbolico: posto idealmente al confine tra nord e sud del mondo, è luogo di incontro e di confronto tra culture, società ed economie molto diverse eppure indissolubilmente legate tra loro. Si tratta di uno spazio nel quale sono ancora chiaramente riconoscibili i segni dell'esperienza coloniale e del connesso processo di modernizzazione forzata avviato dalle potenze egemoni: le profonde fratture provocate non sono mai state completamente sanate e caratterizzano tuttora la geografia economica e politica del Mediterraneo. I progetti di integrazione realizzati o proposti nei paesi del Bacino sono stati condizionati dall'ansia occidentale di regolamentare la convivenza sulla base dei propri valori e della propria cultura. L'approccio "sviluppista" che ne è seguito ha portato con sé una visione del Mediterraneo decisamente etnocentrica e dalle chiare connotazioni ideologiche. I reiterati tentativi di ridurre la varietà identitaria presente nell'area si sono tradotti in un sostanziale impoverimento istituzionale, in un'omologazione delle politiche e degli obiettivi (di frequente non condivisi) e in un'accentuazione delle stesse crisi che in tal modo si intendeva fronteggiare. Il confronto tra progetti alternativi o concorrenti, che diventa sempre più stringente a tutte le scale, esige l'adozione di un concetto di sviluppo scevro dai preconcetti che ne hanno segnato le origini e l'evoluzione. Le riconfigurazioni dello spazio sociale che esso sottende devono scaturire da processi di dialogo e condivisione con le comunità incluse, includenti o "altre", pena la moltiplicazione dei conflitti e la problematica realizzazione di qualunque progetto.
Sviluppo mediterraneo. Tra ideologia e progetto
DE RUBERTIS, Stefano
2008-01-01
Abstract
L'area mediterranea rappresenta uno spazio dall'elevato valore simbolico: posto idealmente al confine tra nord e sud del mondo, è luogo di incontro e di confronto tra culture, società ed economie molto diverse eppure indissolubilmente legate tra loro. Si tratta di uno spazio nel quale sono ancora chiaramente riconoscibili i segni dell'esperienza coloniale e del connesso processo di modernizzazione forzata avviato dalle potenze egemoni: le profonde fratture provocate non sono mai state completamente sanate e caratterizzano tuttora la geografia economica e politica del Mediterraneo. I progetti di integrazione realizzati o proposti nei paesi del Bacino sono stati condizionati dall'ansia occidentale di regolamentare la convivenza sulla base dei propri valori e della propria cultura. L'approccio "sviluppista" che ne è seguito ha portato con sé una visione del Mediterraneo decisamente etnocentrica e dalle chiare connotazioni ideologiche. I reiterati tentativi di ridurre la varietà identitaria presente nell'area si sono tradotti in un sostanziale impoverimento istituzionale, in un'omologazione delle politiche e degli obiettivi (di frequente non condivisi) e in un'accentuazione delle stesse crisi che in tal modo si intendeva fronteggiare. Il confronto tra progetti alternativi o concorrenti, che diventa sempre più stringente a tutte le scale, esige l'adozione di un concetto di sviluppo scevro dai preconcetti che ne hanno segnato le origini e l'evoluzione. Le riconfigurazioni dello spazio sociale che esso sottende devono scaturire da processi di dialogo e condivisione con le comunità incluse, includenti o "altre", pena la moltiplicazione dei conflitti e la problematica realizzazione di qualunque progetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.