Il tema dei consorzi industriali pone problemi risalenti e per molti versi tuttora irrisolti, non essendo chiari ruolo e funzioni, nel tempo stratificatisi, di una figura nata in ambito locale, e più precisamente comunale e provinciale, poi assunta e transitata in quello nazionale, infine nuovamente tornata verso i territori, questa volta regionali. Questa ultima opzione sembra confermata dalla riforma del titolo V della Costituzione, in base alla quale la materia “industria” deve considerarsi attribuita alla potestà legislativa esclusiva delle regioni (art. 117, comma 4, Cost.), anche se permane il dubbio dell’ “interferenza” dei consorzi con la materia del “governo del territorio”, di competenza concorrente Stato-regioni (art. 117, comma 3). Le più recenti scelte regionali non sono univoche, spaziando dalla soppressione dei consorzi e contestuale conferimento delle funzioni ai comuni alla loro rivitalizzazione. Resta irrisolta la contraddizione implicita a questa figura, relativa al modo di pensare ai territori, visti come destinatari più che come protagonisti delle politiche di sviluppo, nonostante l’istituzione stessa dei consorzi fosse pensata all’inizio come esponenziale di un’istanza locale, quale modo peculiare della cura di interessi propri delle collettività locali.
I consorzi industriali fra modelli organizzativi e contesti costituzionali
DE GIORGI, Gabriella
2007-01-01
Abstract
Il tema dei consorzi industriali pone problemi risalenti e per molti versi tuttora irrisolti, non essendo chiari ruolo e funzioni, nel tempo stratificatisi, di una figura nata in ambito locale, e più precisamente comunale e provinciale, poi assunta e transitata in quello nazionale, infine nuovamente tornata verso i territori, questa volta regionali. Questa ultima opzione sembra confermata dalla riforma del titolo V della Costituzione, in base alla quale la materia “industria” deve considerarsi attribuita alla potestà legislativa esclusiva delle regioni (art. 117, comma 4, Cost.), anche se permane il dubbio dell’ “interferenza” dei consorzi con la materia del “governo del territorio”, di competenza concorrente Stato-regioni (art. 117, comma 3). Le più recenti scelte regionali non sono univoche, spaziando dalla soppressione dei consorzi e contestuale conferimento delle funzioni ai comuni alla loro rivitalizzazione. Resta irrisolta la contraddizione implicita a questa figura, relativa al modo di pensare ai territori, visti come destinatari più che come protagonisti delle politiche di sviluppo, nonostante l’istituzione stessa dei consorzi fosse pensata all’inizio come esponenziale di un’istanza locale, quale modo peculiare della cura di interessi propri delle collettività locali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.