La scelta di realizzare un lavoro sui “Virtual social networks: la cooperazione conveniente” trae ispirazione dalla forza evocatrice che questi aspetti, sempre presenti nella realtà di organizzazioni piccole o grandi, hanno verso coloro che si avvicinano al mondo del virtuale e che solitamente si occupano della gestione organizzativa delle aziende. Oggi più che mai si avverte una diffusa consapevolezza che le imprese per competere in mercati turbolenti e complessi e dunque per raggiungere il tanto desiderato vantaggio competitivo duraturo non possono limitarsi a considerare le tecnologie e i modelli gestionali organizzativi come due entità separate. Per raggiungere tali risultati dovranno disporre di risorse umane capaci di lavorare insieme, di cooperare in modo conveniente ossia per raggiungere obiettivi comuni. “Tali impostazioni si basano sul riconoscimento di una dinamica relazionale fra le metodologie di IS Development e la forma organizzativa, e sulla consapevolezza che tale metodologia si possa da un lato modificare, a seconda dell’uso che ne fanno le persone, e dall’altro condiziona, strutturandolo il comportamento delle persone, dando così origine alla loro azione organizzativa, mediante un sistema di fasi, divisioni dei compiti , modalità di coordinamento” ( De Marco, Martinez, 2004). Ed ecco allora che l’unità sociale primaria di analisi non è il gruppo, o la collettività, ma proprio il singolo individuo. In effetti, si può assumere l’individuo come terreno di indagine prioritario e poi rivisitarlo ed osservarlo nella collettività poichè è in quest’ultima che si crea un processo collaborativo deliberato e strutturato. Il tema è complesso, pertanto l’analisi empirica rappresenta un punto fondamentale per affrontarlo. Se poi si considera che ogni individuo entra a far parte di un’organizzazione con un patrimonio individuale di valori e modelli comportamentali allora emerge chiaramente che oggi è proficuo per l’organizzazione che apprende e che pone in essere processi di knowledge sharing che si basano anche sullo sviluppo di processi di tipo cooperativistico, utilizzare risorse umane che abbiano come elemento del proprio background individuale un forte orientamento alla collaborazione. Da qui trova conferma la convinzione che se si vogliono realizzare aziende orientate al knowledge sharing è necessario sviluppare comportamenti cooperativistici tra le risorse umane. Ed ancora poiché il comportamento altruista e cooperativo è un elemento modernissimo ed essenziale del nuovo mondo che si va plasmando con l’introduzione delle ICT, ne deriva il desiderio di coniugare due entità capaci di sviluppare sia interazioni tra persone sia un più semplice accesso alle informazioni, analizzando i processi che guidano lo sviluppo di processi di tipo cooperativistico in ambiente virtuale al fine di comprendere se è possibile che un individuo che ha sviluppato processi di tipo cooperativistico nel virtuale li applichi anche nel reale e dunque nelle organizzazioni in cui opera.
La cooperazione conveniente. " I virtual social networks"
GRAVILI, GINEVRA
2008-01-01
Abstract
La scelta di realizzare un lavoro sui “Virtual social networks: la cooperazione conveniente” trae ispirazione dalla forza evocatrice che questi aspetti, sempre presenti nella realtà di organizzazioni piccole o grandi, hanno verso coloro che si avvicinano al mondo del virtuale e che solitamente si occupano della gestione organizzativa delle aziende. Oggi più che mai si avverte una diffusa consapevolezza che le imprese per competere in mercati turbolenti e complessi e dunque per raggiungere il tanto desiderato vantaggio competitivo duraturo non possono limitarsi a considerare le tecnologie e i modelli gestionali organizzativi come due entità separate. Per raggiungere tali risultati dovranno disporre di risorse umane capaci di lavorare insieme, di cooperare in modo conveniente ossia per raggiungere obiettivi comuni. “Tali impostazioni si basano sul riconoscimento di una dinamica relazionale fra le metodologie di IS Development e la forma organizzativa, e sulla consapevolezza che tale metodologia si possa da un lato modificare, a seconda dell’uso che ne fanno le persone, e dall’altro condiziona, strutturandolo il comportamento delle persone, dando così origine alla loro azione organizzativa, mediante un sistema di fasi, divisioni dei compiti , modalità di coordinamento” ( De Marco, Martinez, 2004). Ed ecco allora che l’unità sociale primaria di analisi non è il gruppo, o la collettività, ma proprio il singolo individuo. In effetti, si può assumere l’individuo come terreno di indagine prioritario e poi rivisitarlo ed osservarlo nella collettività poichè è in quest’ultima che si crea un processo collaborativo deliberato e strutturato. Il tema è complesso, pertanto l’analisi empirica rappresenta un punto fondamentale per affrontarlo. Se poi si considera che ogni individuo entra a far parte di un’organizzazione con un patrimonio individuale di valori e modelli comportamentali allora emerge chiaramente che oggi è proficuo per l’organizzazione che apprende e che pone in essere processi di knowledge sharing che si basano anche sullo sviluppo di processi di tipo cooperativistico, utilizzare risorse umane che abbiano come elemento del proprio background individuale un forte orientamento alla collaborazione. Da qui trova conferma la convinzione che se si vogliono realizzare aziende orientate al knowledge sharing è necessario sviluppare comportamenti cooperativistici tra le risorse umane. Ed ancora poiché il comportamento altruista e cooperativo è un elemento modernissimo ed essenziale del nuovo mondo che si va plasmando con l’introduzione delle ICT, ne deriva il desiderio di coniugare due entità capaci di sviluppare sia interazioni tra persone sia un più semplice accesso alle informazioni, analizzando i processi che guidano lo sviluppo di processi di tipo cooperativistico in ambiente virtuale al fine di comprendere se è possibile che un individuo che ha sviluppato processi di tipo cooperativistico nel virtuale li applichi anche nel reale e dunque nelle organizzazioni in cui opera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.