Da un punto di vista storico è evidente che struttura e funzione della famiglia e considerazione sociale del matrimonio siano cambiate. In relazione alla società contemporanea la diffusione della «famiglia di fatto» sembra potersi considerare nell’ottica di una reazione alla giuridicizzazione di un vincolo che viene definito «naturale». Tuttavia, queste forme di convivenza al di fuori del matrimonio continuano a diffondersi proprio quando si afferma una tendenza alla degiuridicizzazione ed alla privatizzazione delle relazioni familiari, che rende più leggero il controllo dello stato sulle famiglie e fa dell'unione fondata sul matrimonio una scelta per un'opzione sempre meno istituzionalizzata. D'altra parte, lo stesso fenomeno della diffusione di modelli familiari non regolati giuridicamente è interpretabile come una tendenza alla degiuridicizzazione ed alla privatizzazione delle relazioni familiari. La risposta è rilevante in riferimento all’intervento del diritto: quali sono gli interessi meritevoli di tutela? Se in riferimento all’azione, singoli saperi specialistici non sono richiesti, né, si dovrebbe dire, sono auspicabili, in quanto si tratta dell’organizzazione della sfera privata basata su rapporti affettivi, diverso è il caso dei ruoli istituzionali. Non è solo una questione di politica del diritto, ma investe anche il ruolo del giudice e dell’interprete. Sufficiente consapevolezza della realtà può bastare all’attività del giurista nell’accostarsi a tematiche esistenziali? O non sarebbe invece auspicabile che legislatore, giudici e interpreti debbano tener conto di una comprensione dei fenomeni operata da quelle scienze umane cui tradizionalmente appartengono come oggetti di indagine? E come si deve porre il diritto rispetto a temi di rilevanza sociale così elevata?
Dell'amore e delle istituzioni
MAGNOLO, Stefano
2009-01-01
Abstract
Da un punto di vista storico è evidente che struttura e funzione della famiglia e considerazione sociale del matrimonio siano cambiate. In relazione alla società contemporanea la diffusione della «famiglia di fatto» sembra potersi considerare nell’ottica di una reazione alla giuridicizzazione di un vincolo che viene definito «naturale». Tuttavia, queste forme di convivenza al di fuori del matrimonio continuano a diffondersi proprio quando si afferma una tendenza alla degiuridicizzazione ed alla privatizzazione delle relazioni familiari, che rende più leggero il controllo dello stato sulle famiglie e fa dell'unione fondata sul matrimonio una scelta per un'opzione sempre meno istituzionalizzata. D'altra parte, lo stesso fenomeno della diffusione di modelli familiari non regolati giuridicamente è interpretabile come una tendenza alla degiuridicizzazione ed alla privatizzazione delle relazioni familiari. La risposta è rilevante in riferimento all’intervento del diritto: quali sono gli interessi meritevoli di tutela? Se in riferimento all’azione, singoli saperi specialistici non sono richiesti, né, si dovrebbe dire, sono auspicabili, in quanto si tratta dell’organizzazione della sfera privata basata su rapporti affettivi, diverso è il caso dei ruoli istituzionali. Non è solo una questione di politica del diritto, ma investe anche il ruolo del giudice e dell’interprete. Sufficiente consapevolezza della realtà può bastare all’attività del giurista nell’accostarsi a tematiche esistenziali? O non sarebbe invece auspicabile che legislatore, giudici e interpreti debbano tener conto di una comprensione dei fenomeni operata da quelle scienze umane cui tradizionalmente appartengono come oggetti di indagine? E come si deve porre il diritto rispetto a temi di rilevanza sociale così elevata?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.