L’analisi parte dalla constatazione che le novità introdotte dal Titolo V e dalle leggi di riforma che lo hanno anticipato hanno segnato una più adeguata conformazione dello Stato-ordinamento ai principi costituzionali del pluralismo sociale e politico. Di converso, sul piano amministrativo vi è una discontinuità che segnala un ritardo culturale delle istituzioni, prima ancora che giuridico, legato alla mancata trasformazione del potere pubblico in campo sociale: sul piano verticale, dei rapporti e raccordi tra i diversi livelli di governo, come su quello orizzontale, del rapporto con la società civile, espressamente consacrato nel principio di sussidiarietà. La transizione dello Stato sociale, da un modello assistenziale ed interventista ad uno tendenzialmente regolatore e sussidiario, grava le amministrazioni del problema di pervenire ad una concreta definizione delle modalità di raccordo fra enti istituzionali e sociali. “In tale contesto di complessa ricerca definitoria”, secondo l’Autore il completamento legislativo delle discipline interessate può essere anticipato proprio dagli enti locali che possono sperimentare sul piano della prassi talune possibili ipotesi di soluzione, desumibili dal medesimo contesto normativo. In particolare, la Provincia, in ragione della tradizionale vocazione programmatoria e di coordinamento rivestita nel sistema costituzionale, può assumere un ruolo essenziale nel cogliere ed esprimere le variegate esigenze degli organismi del terzo settore, al fine di garantire adeguate risposte e coperture amministrative.
Ragioni e contenuti di una possibile sperimentazione locale in campo sociale: il ruolo della Provincia e le esigenze della sussidiarietà
TONDI DELLA MURA, Vincenzo
2005-01-01
Abstract
L’analisi parte dalla constatazione che le novità introdotte dal Titolo V e dalle leggi di riforma che lo hanno anticipato hanno segnato una più adeguata conformazione dello Stato-ordinamento ai principi costituzionali del pluralismo sociale e politico. Di converso, sul piano amministrativo vi è una discontinuità che segnala un ritardo culturale delle istituzioni, prima ancora che giuridico, legato alla mancata trasformazione del potere pubblico in campo sociale: sul piano verticale, dei rapporti e raccordi tra i diversi livelli di governo, come su quello orizzontale, del rapporto con la società civile, espressamente consacrato nel principio di sussidiarietà. La transizione dello Stato sociale, da un modello assistenziale ed interventista ad uno tendenzialmente regolatore e sussidiario, grava le amministrazioni del problema di pervenire ad una concreta definizione delle modalità di raccordo fra enti istituzionali e sociali. “In tale contesto di complessa ricerca definitoria”, secondo l’Autore il completamento legislativo delle discipline interessate può essere anticipato proprio dagli enti locali che possono sperimentare sul piano della prassi talune possibili ipotesi di soluzione, desumibili dal medesimo contesto normativo. In particolare, la Provincia, in ragione della tradizionale vocazione programmatoria e di coordinamento rivestita nel sistema costituzionale, può assumere un ruolo essenziale nel cogliere ed esprimere le variegate esigenze degli organismi del terzo settore, al fine di garantire adeguate risposte e coperture amministrative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.