Aristide Gabelli e il metodo da applicare per l’«educazione dell’essere», (“Pedagogia e Vita”, 2009).

Aristide Gabelli (1830-1891) è una delle figure più interessanti della cultura pedagogica italiana ed europea di fine 800, nell'ambito del pensiero positivista. I suoi Programmi del 1888, pur tra evidenti contraddizioni, costituiscono una svolta significativa nella storia della scuola italiana, essendo portatori di innovazioni didattiche e metodologiche importanti, quali l'avvaloramento dell'osservazione diretta, l'importanza dell'educazione fisica, la necessità dell'utilizzo di carte geografiche per l'insegnamento della geografia, l'insegnamento della religione scevro di dogmatismi. Mentre dimostra una preferenza nei confronti dell'insegnamento oggettivo, non minore rilievo attribuisce allo sviluppo psicologico dei bambini (e, da qui, importanza della costruzione dell' "abito comportamentale" o dell'acquisizione di "attitudini mentali").Si effettua, quindi, la disamina del pensiero di una figura rimasta attuale anche ai nostri giorni soprattutto per le novità metodologiche e le intuizioni educative introdotte in tema di "istruzione educativa".