Nel nostro Paese le imprese che svolgono l’attività di “gestione” (raccolta, trasporto, smaltimento, ecc.) dei rifiuti (circa 10.000) devono essere iscritte obbligatoriamente in un apposito Albo. Nella ricerca si evidenziano le numerose incongruenze tecnico-contabili-amministrative riportate dalle norme allora in vigore (DM n.324/91, poi sostituito con il DM 406/98) che di fatto hanno rallentato le procedure per l’iscrizione all’Albo delle imprese richiedenti: in alcune regioni (Campania, Puglia, ecc.) più della metà delle imprese, che a suo tempo (1994) avevano presentato istanza di iscrizione, sono state iscritte nell’Albo dopo 4 o 5 anni, con grave danno per la loro attività.
In attesa del nuovo Albo smaltitori
LEOCI, Paolo
1997-01-01
Abstract
Nel nostro Paese le imprese che svolgono l’attività di “gestione” (raccolta, trasporto, smaltimento, ecc.) dei rifiuti (circa 10.000) devono essere iscritte obbligatoriamente in un apposito Albo. Nella ricerca si evidenziano le numerose incongruenze tecnico-contabili-amministrative riportate dalle norme allora in vigore (DM n.324/91, poi sostituito con il DM 406/98) che di fatto hanno rallentato le procedure per l’iscrizione all’Albo delle imprese richiedenti: in alcune regioni (Campania, Puglia, ecc.) più della metà delle imprese, che a suo tempo (1994) avevano presentato istanza di iscrizione, sono state iscritte nell’Albo dopo 4 o 5 anni, con grave danno per la loro attività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.