La Corte ha osservato che l'art. 1, comma 2, del D.P.C.M. 10 giugno 2004 non può ritenersi compatibile con la normativa comunitaria, in primo luogo, perchè non contiene elementi precisi in ordine alle circostanze concrete in cui può essere esercitato il potere di veto riguardo ad aspetti importanti della gestione della società, non rispettando, altresì, il principio di proporzionalità; in secondo luogo, perché non risultano fondati i relativi criteri sulla base di condizioni oggettive e controllabili, con la conseguenza che le situazioni che consentono l’esercizio di tale potere sono potenzialmente numerose, indeterminate e indeterminabili, tali da lasciare alle autorità italiane un ampio potere discrezionale.
La disciplina della golden share dopo la sentenza della Corte di Giustizia C-326/07 (Corte di Giustizia delle comunità Europee)
SAN MAURO, CESARE
2009-01-01
Abstract
La Corte ha osservato che l'art. 1, comma 2, del D.P.C.M. 10 giugno 2004 non può ritenersi compatibile con la normativa comunitaria, in primo luogo, perchè non contiene elementi precisi in ordine alle circostanze concrete in cui può essere esercitato il potere di veto riguardo ad aspetti importanti della gestione della società, non rispettando, altresì, il principio di proporzionalità; in secondo luogo, perché non risultano fondati i relativi criteri sulla base di condizioni oggettive e controllabili, con la conseguenza che le situazioni che consentono l’esercizio di tale potere sono potenzialmente numerose, indeterminate e indeterminabili, tali da lasciare alle autorità italiane un ampio potere discrezionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.