L’introduzione propone una lettura d’insieme del lavoro di spoglio di alcune testate proposte nel volume. Lo sguardo in diacronia delle “tracce femminili” incontrate sui periodici si apre su Taranto sul finire dell’Ottocento e coglie un paesaggio assai semplificato. Non si incontrano che rare firme femminili. La Lecce degli anni della Grande guerra catturata attraverso «L’Ordine» presenta altre sfaccettature. L’impegno di fede da una parte e la mobilitazione civile sollecitata dall’emergenza bellica dall’altra autorizzano e sostengono una presenza femminile più marcata e più diversificata che include il coinvolgimento di alcune donne nella redazione del foglio. Il Salento femminile degli anni Trenta colto, sullo sfondo di quanto afferrato negli anni di fine Ottocento e di quelli bellici, ci appare affollato, variegato e soprattutto “moderno”. Da qualsiasi prospettiva lo si osservi, si colgono i segni di mutamenti sostanziali che si producono a latitudini diverse. Un primo incontrovertibile elemento è l’incremento quantitativo delle “tracce femminili” che danno il senso della maggiore presenza delle donne nella società salentina ma, anche, della maggiore attenzione collettiva sia ai successi individuali di alcune di loro, sia ai risvolti politico-sociali della loro azione pubblica. Ma il protagonista forte che la lettura in parallelo dei fogli periodici degli anni Trenta riesce a rifrangere, accanto e oltre le storie individuali, è il femminile plurale. È la “folla” di donne che abitano queste pagine. Talvolta è una presenza nominativamente citata, perché legata al coinvolgimento, con incarichi di responsabilità, in un’associazione operante in questo o quel comune del Salento, grande o minuscolo che sia stato. Talaltra si palesa, anonimamente, nei numeri delle affiliate e nelle partecipanti alle iniziative narrate. C’è, insomma, l’emersione di quella azione pubblica agita dalle donne e rivolta alle donne che per molti versi segna in maniera distintiva gli anni Trenta, con maggiore insistenza la seconda metà del decennio, in coincidenza dell’impresa coloniale in Africa e della mobilitazione patriottica a sostegno dell’impegno bellico negli anni del secondo conflitto mondiale.
Introduzione
BASSO, Rosanna
2009-01-01
Abstract
L’introduzione propone una lettura d’insieme del lavoro di spoglio di alcune testate proposte nel volume. Lo sguardo in diacronia delle “tracce femminili” incontrate sui periodici si apre su Taranto sul finire dell’Ottocento e coglie un paesaggio assai semplificato. Non si incontrano che rare firme femminili. La Lecce degli anni della Grande guerra catturata attraverso «L’Ordine» presenta altre sfaccettature. L’impegno di fede da una parte e la mobilitazione civile sollecitata dall’emergenza bellica dall’altra autorizzano e sostengono una presenza femminile più marcata e più diversificata che include il coinvolgimento di alcune donne nella redazione del foglio. Il Salento femminile degli anni Trenta colto, sullo sfondo di quanto afferrato negli anni di fine Ottocento e di quelli bellici, ci appare affollato, variegato e soprattutto “moderno”. Da qualsiasi prospettiva lo si osservi, si colgono i segni di mutamenti sostanziali che si producono a latitudini diverse. Un primo incontrovertibile elemento è l’incremento quantitativo delle “tracce femminili” che danno il senso della maggiore presenza delle donne nella società salentina ma, anche, della maggiore attenzione collettiva sia ai successi individuali di alcune di loro, sia ai risvolti politico-sociali della loro azione pubblica. Ma il protagonista forte che la lettura in parallelo dei fogli periodici degli anni Trenta riesce a rifrangere, accanto e oltre le storie individuali, è il femminile plurale. È la “folla” di donne che abitano queste pagine. Talvolta è una presenza nominativamente citata, perché legata al coinvolgimento, con incarichi di responsabilità, in un’associazione operante in questo o quel comune del Salento, grande o minuscolo che sia stato. Talaltra si palesa, anonimamente, nei numeri delle affiliate e nelle partecipanti alle iniziative narrate. C’è, insomma, l’emersione di quella azione pubblica agita dalle donne e rivolta alle donne che per molti versi segna in maniera distintiva gli anni Trenta, con maggiore insistenza la seconda metà del decennio, in coincidenza dell’impresa coloniale in Africa e della mobilitazione patriottica a sostegno dell’impegno bellico negli anni del secondo conflitto mondiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.