La più aggiornata analisi sull'intera produzione letteraria di Elio Vittorini, all'approssimarsi del centenario della nascita (1908), attraverso lo sguardo attento di uno dei suoi maggiori studiosi. L'opera rivisita la formazione e l'attività di scrittura: dagli esordi di Piccola borghesia (racconti nei quali Vittorini verifica il suo bisogno di riappropriarsi originalmente, nei modi di una personale coniugazione rondesco-solariana, della tradizione culturale e narrativa) e Viaggio in Sardegna (libro nel quale Vittorini inventa una forma narrativa di tipo diaristico capace di catturare e nominare essa stessa il reale depauperato e deprivato descritto nel rassicurante spleen dei racconti dell'esordio), fino al tormentato exemplum del Garofano rosso (analizzato nelle differenti versioni in rivista e in volume) ed all'interruzione di Erica e i suoi fratelli per l'irrompere, nella coscienza del Vittorini militante fascista e "corporativo", della guerra di Spagna e del màs ombre. Questa ricostruzione diventa necessaria per comprendere, nel percorso postbellico e democratico-repubblicano, la ricchezza e la contraddittorietà di una figura intellettuale in cui la creatività si coniuga con la capacità "manageriale" di organizzatore di cultura democratica, ancor oggi modello suggestivo contro le chiusure "ombelicali" della letteratura stessa e il suo eccessivo ossequio allo strapotere dei media.

La metafora e l'iperbole. Studi su Vittorini

CATALANO, ETTORE
2007-01-01

Abstract

La più aggiornata analisi sull'intera produzione letteraria di Elio Vittorini, all'approssimarsi del centenario della nascita (1908), attraverso lo sguardo attento di uno dei suoi maggiori studiosi. L'opera rivisita la formazione e l'attività di scrittura: dagli esordi di Piccola borghesia (racconti nei quali Vittorini verifica il suo bisogno di riappropriarsi originalmente, nei modi di una personale coniugazione rondesco-solariana, della tradizione culturale e narrativa) e Viaggio in Sardegna (libro nel quale Vittorini inventa una forma narrativa di tipo diaristico capace di catturare e nominare essa stessa il reale depauperato e deprivato descritto nel rassicurante spleen dei racconti dell'esordio), fino al tormentato exemplum del Garofano rosso (analizzato nelle differenti versioni in rivista e in volume) ed all'interruzione di Erica e i suoi fratelli per l'irrompere, nella coscienza del Vittorini militante fascista e "corporativo", della guerra di Spagna e del màs ombre. Questa ricostruzione diventa necessaria per comprendere, nel percorso postbellico e democratico-repubblicano, la ricchezza e la contraddittorietà di una figura intellettuale in cui la creatività si coniuga con la capacità "manageriale" di organizzatore di cultura democratica, ancor oggi modello suggestivo contro le chiusure "ombelicali" della letteratura stessa e il suo eccessivo ossequio allo strapotere dei media.
2007
9788861940024
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