Le indagini archeologiche, condotte nella cittadina di Vaste negli anni novanta, hanno restituito un particolare contesto archeologico nel sito di Piazza Dante: un complesso cultuale. Gli scavi sviluppati lungo il lato orientale della piazza, hanno portato alla luce una serie d’ambienti i cui livelli di frequentazione sono datati al IV-III sec. a.C. In prossimità degli stessi sono state individuate tre cavità ipogeiche, che hanno restituito resti di animali assieme a materiale ceramico ed oggetti di chiara valenza cultuale. La differente planimetria, la particolarità dei rinvenimenti faunistici all’interno della cavità 3, la presenza di una conchiglia di grandi dimensioni e una testa femminile in pietra calcarea, inducono a pensare al differente ruolo che tale cavità ha svolto rispetto alle altre due. Si differenzia, inoltre, per la presenza di una lastra in pietra locale con foro centrale (omphalos), ubicata sul fondo della stessa e per le maggiori dimensioni rispetto alle altre due. Questo dato fa pensare che le offerte alimentari (maialini), unitamente ai pasti rituali (ovicaprini), non fossero lasciate nei contenitori ceramici, ma versate nel foro della lastra al fine di avere un contatto diretto con il mondo degli inferi e quindi con le divinità ctonie. Le analisi archeozoologiche condotte sul materiale faunistico proveniente dalle tre cavità, permette di avere una miglior comprensione delle pratiche rituali svolte all’interno della sfera cultuale messapica.
La fauna dei Bothroi di Vaste e sue implicazioni cultuali
DE GROSSI MAZZORIN, Jacopo;
2010-01-01
Abstract
Le indagini archeologiche, condotte nella cittadina di Vaste negli anni novanta, hanno restituito un particolare contesto archeologico nel sito di Piazza Dante: un complesso cultuale. Gli scavi sviluppati lungo il lato orientale della piazza, hanno portato alla luce una serie d’ambienti i cui livelli di frequentazione sono datati al IV-III sec. a.C. In prossimità degli stessi sono state individuate tre cavità ipogeiche, che hanno restituito resti di animali assieme a materiale ceramico ed oggetti di chiara valenza cultuale. La differente planimetria, la particolarità dei rinvenimenti faunistici all’interno della cavità 3, la presenza di una conchiglia di grandi dimensioni e una testa femminile in pietra calcarea, inducono a pensare al differente ruolo che tale cavità ha svolto rispetto alle altre due. Si differenzia, inoltre, per la presenza di una lastra in pietra locale con foro centrale (omphalos), ubicata sul fondo della stessa e per le maggiori dimensioni rispetto alle altre due. Questo dato fa pensare che le offerte alimentari (maialini), unitamente ai pasti rituali (ovicaprini), non fossero lasciate nei contenitori ceramici, ma versate nel foro della lastra al fine di avere un contatto diretto con il mondo degli inferi e quindi con le divinità ctonie. Le analisi archeozoologiche condotte sul materiale faunistico proveniente dalle tre cavità, permette di avere una miglior comprensione delle pratiche rituali svolte all’interno della sfera cultuale messapica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.