Il saggio indaga su alcuni aspetti della geografia politica dell’Italia rinascimentale. Vengono innanzitutto prese in considerazione le caratteristiche di un sistema politico che a partire per lo meno dalla metà del XV secolo (ma per certi aspetti anche prima) venne trovando una propria stabilità politica interna (l’equilibrio italiano), ma che nel contempo rimase anche connotato da un livello decisamente elevato di frammentazione politico-territoriale. Vengono analizzate le molteplici forme di entità geopolitiche che caratterizzavano lo scenario peninsulare (e anche il loro ben diverso grado di antichità). Vengono considerate le spinte potenti che si riscontrarono, nelle maggiori compagini politiche dell’epoca, in ordine alla creazione di forme di controllo territoriale più capillare e meno frammentario. Ma nel contempo si prendono in esame le vigorose resistenze di tipo particolaristico. Si esamina la condizione di relativa separatezza rispetto all’esterno che caratterizzava il sistema politico italiano nel suo complesso, ma si prendono in considerazione anche i molti rapporti che in realtà legavano quello stesso sistema al mondo esterno. Si affronta il tema della generale carenza di legittimità che sembrava caratterizzare la maggior parte dei potentati italiani del tempo (e degli escamotages con cui i diversi attori politico-territoriali cercavano di ovviare a questo problema). Si analizza la struttura del sistema degli Stati italiani (la sua articolazione per gerarchie interne, la sua divisione per sfere di influenza) e si ragiona sui punti di tensione (crush areas) del sistema stesso. Si ragiona sul problema delle diffidenza e della mancanza di fiducia tra gli attori geopolitici dell’Italia rinascimentale come primo fattore di crisi dell’equilibrio italiano, e si riflette d’altro canto sul fatto che anche dopo gli sconvolgimenti introdotti dal le guerre d’Italia i quadri territoriali di fondo che si erano formati tra tardo Medioevo e Rinascimento avrebbero continuato ancora per diverso tempo a costituire la struttura portante della geografia politica peninsulare. L’aspetto più innovativo ed interessante del saggio è però costituito dal suo ricco apparato cartografico: un complesso di mappe del tutto inedite e mai viste prima, che in buona misura contribuiscono a ridisegnare la geografia politica dell’Italia quattrocentesca, e che per molti versi sconvolgono alcune tradizionale raffigurazioni.
La geografia politica dell’Italia del Rinascimento
SOMAINI, Francesco
2010-01-01
Abstract
Il saggio indaga su alcuni aspetti della geografia politica dell’Italia rinascimentale. Vengono innanzitutto prese in considerazione le caratteristiche di un sistema politico che a partire per lo meno dalla metà del XV secolo (ma per certi aspetti anche prima) venne trovando una propria stabilità politica interna (l’equilibrio italiano), ma che nel contempo rimase anche connotato da un livello decisamente elevato di frammentazione politico-territoriale. Vengono analizzate le molteplici forme di entità geopolitiche che caratterizzavano lo scenario peninsulare (e anche il loro ben diverso grado di antichità). Vengono considerate le spinte potenti che si riscontrarono, nelle maggiori compagini politiche dell’epoca, in ordine alla creazione di forme di controllo territoriale più capillare e meno frammentario. Ma nel contempo si prendono in esame le vigorose resistenze di tipo particolaristico. Si esamina la condizione di relativa separatezza rispetto all’esterno che caratterizzava il sistema politico italiano nel suo complesso, ma si prendono in considerazione anche i molti rapporti che in realtà legavano quello stesso sistema al mondo esterno. Si affronta il tema della generale carenza di legittimità che sembrava caratterizzare la maggior parte dei potentati italiani del tempo (e degli escamotages con cui i diversi attori politico-territoriali cercavano di ovviare a questo problema). Si analizza la struttura del sistema degli Stati italiani (la sua articolazione per gerarchie interne, la sua divisione per sfere di influenza) e si ragiona sui punti di tensione (crush areas) del sistema stesso. Si ragiona sul problema delle diffidenza e della mancanza di fiducia tra gli attori geopolitici dell’Italia rinascimentale come primo fattore di crisi dell’equilibrio italiano, e si riflette d’altro canto sul fatto che anche dopo gli sconvolgimenti introdotti dal le guerre d’Italia i quadri territoriali di fondo che si erano formati tra tardo Medioevo e Rinascimento avrebbero continuato ancora per diverso tempo a costituire la struttura portante della geografia politica peninsulare. L’aspetto più innovativo ed interessante del saggio è però costituito dal suo ricco apparato cartografico: un complesso di mappe del tutto inedite e mai viste prima, che in buona misura contribuiscono a ridisegnare la geografia politica dell’Italia quattrocentesca, e che per molti versi sconvolgono alcune tradizionale raffigurazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.