Artemisia annua L. (Asteraceae, Asteroideae, Anthemideae) è una pianta erbacea annuale originaria dell’Asia, molto conosciuta ed utilizzata in Cina con il nome tradizionale di “qinghao”. La pianta risulta ora naturalizzata in diverse parti del mondo, inclusa l’Italia. A. annua è uno degli esempi più noti dell’impiego in medicina moderna di una droga naturale tradizionale. Nella medicina popolare la pianta è stata infatti per secoli utilizzata come febbrifugo e nel trattamento della malaria. Indagini fitochimiche hanno, in tempi più recenti, portato all’isolamento del principio attivo, l’artemisinina (“qinghaosu”), un lattone sesquiterpenico prodotto nelle parti aeree della pianta, capostipite di una serie di importanti farmaci antimalarici. Fatto rive- lante e singolare è che la specie A. annua è praticamente l’unica del genere Artemisia a produrre tale principio attivo. Lo studio chimico-analitico ha portato all’isolamento di diversi composti caratteristici. Dalle parti aeree della pianta si estrag- gono tipiche sostanze aromatiche (artemisia chetone, 1,8-cineolo, canfora, ecc.). Dalle foglie e dalle sommità fiorite, oltre all’artemisinina, sono stati isolati e caratterizzati una serie di altri sesquiterpeni analoghi quali ad esempio l’artemisitene, l’arteannuina B e l’acido arteannuico, dotati tuttavia di una minore bioattività. La produzione di principio attivo in vivo, in piante spontanee, è stimata all’incirca fra lo 0.01 0.4%; la coltivazione di cloni selezionati sembra contribuire all’aumento della resa (1-2%). L’accumulo di artemisinina in vivo è stato studiato in dettaglio, portando tuttavia a risultati talvolta contrastanti. Alcuni Autori descrivono un massimo d’accumulo del principio attivo durante la fioritura, altri durante lo stadio di prefioritura. Le parti della pianta dove si è riscontrata la maggior produzione di artemisinina sono le foglie e le infiorescenze; basse quantità sono state invece trovate nei cauli. Non è stata evidenziata alcuna capacità di sintesi del principio attivo nella radice. Le parti aeree di A. annua sono dotate di tipiche strutture ghian- dolari, la cui presenza è stata correlata con la produzione non solo, come atteso, delle sostanze volatili aromatiche ma anche con la biosintesi dell’artemisinina, e dei composti analoghi, il cui accumulo segue parallelamente lo sviluppo fisiologico delle ghiandole. A livello mondiale, la malaria rappresenta una delle più impor- tanti e diffuse infezioni parassi- tarie e costituisce una delle sfide più ardue che i paesi poveri del mondo affrontano quotidiana- mente nella lotta per lo sviluppo ed il miglioramento delle loro condizioni socio-economiche e sanitarie. E’ una patologia che secondo le stime della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) determina ogni anno la morte di circa un milione di persone, soprattutto bambini, ed è particolarmente endemica in Africa, nella zona a sud del Sahara. Benché tuttavia l’area geografica di diffusione dell’infezione si sia ridotta rispetto al secolo scorso, la possibilità di trasmissione della malaria sembra invece essere aumentata come conseguenza dell’incapacità di contenere il propagarsi della malattia attraverso il controllo dei vettori animali e di fornire terapie adeguate ad un numero significativo di pazienti, particolarmente a quelli che vivono nelle periferie del mondo.

Artemisia annua in Puglia: una task-force operativa.

FANIZZI, Francesco Paolo;GUIDO, Marcello;VERRI, Tiziano;
2009-01-01

Abstract

Artemisia annua L. (Asteraceae, Asteroideae, Anthemideae) è una pianta erbacea annuale originaria dell’Asia, molto conosciuta ed utilizzata in Cina con il nome tradizionale di “qinghao”. La pianta risulta ora naturalizzata in diverse parti del mondo, inclusa l’Italia. A. annua è uno degli esempi più noti dell’impiego in medicina moderna di una droga naturale tradizionale. Nella medicina popolare la pianta è stata infatti per secoli utilizzata come febbrifugo e nel trattamento della malaria. Indagini fitochimiche hanno, in tempi più recenti, portato all’isolamento del principio attivo, l’artemisinina (“qinghaosu”), un lattone sesquiterpenico prodotto nelle parti aeree della pianta, capostipite di una serie di importanti farmaci antimalarici. Fatto rive- lante e singolare è che la specie A. annua è praticamente l’unica del genere Artemisia a produrre tale principio attivo. Lo studio chimico-analitico ha portato all’isolamento di diversi composti caratteristici. Dalle parti aeree della pianta si estrag- gono tipiche sostanze aromatiche (artemisia chetone, 1,8-cineolo, canfora, ecc.). Dalle foglie e dalle sommità fiorite, oltre all’artemisinina, sono stati isolati e caratterizzati una serie di altri sesquiterpeni analoghi quali ad esempio l’artemisitene, l’arteannuina B e l’acido arteannuico, dotati tuttavia di una minore bioattività. La produzione di principio attivo in vivo, in piante spontanee, è stimata all’incirca fra lo 0.01 0.4%; la coltivazione di cloni selezionati sembra contribuire all’aumento della resa (1-2%). L’accumulo di artemisinina in vivo è stato studiato in dettaglio, portando tuttavia a risultati talvolta contrastanti. Alcuni Autori descrivono un massimo d’accumulo del principio attivo durante la fioritura, altri durante lo stadio di prefioritura. Le parti della pianta dove si è riscontrata la maggior produzione di artemisinina sono le foglie e le infiorescenze; basse quantità sono state invece trovate nei cauli. Non è stata evidenziata alcuna capacità di sintesi del principio attivo nella radice. Le parti aeree di A. annua sono dotate di tipiche strutture ghian- dolari, la cui presenza è stata correlata con la produzione non solo, come atteso, delle sostanze volatili aromatiche ma anche con la biosintesi dell’artemisinina, e dei composti analoghi, il cui accumulo segue parallelamente lo sviluppo fisiologico delle ghiandole. A livello mondiale, la malaria rappresenta una delle più impor- tanti e diffuse infezioni parassi- tarie e costituisce una delle sfide più ardue che i paesi poveri del mondo affrontano quotidiana- mente nella lotta per lo sviluppo ed il miglioramento delle loro condizioni socio-economiche e sanitarie. E’ una patologia che secondo le stime della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) determina ogni anno la morte di circa un milione di persone, soprattutto bambini, ed è particolarmente endemica in Africa, nella zona a sud del Sahara. Benché tuttavia l’area geografica di diffusione dell’infezione si sia ridotta rispetto al secolo scorso, la possibilità di trasmissione della malaria sembra invece essere aumentata come conseguenza dell’incapacità di contenere il propagarsi della malattia attraverso il controllo dei vettori animali e di fornire terapie adeguate ad un numero significativo di pazienti, particolarmente a quelli che vivono nelle periferie del mondo.
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