Nell'articolo si analizza la situazione linguistica in archeologica, tipico esempio di una scienza umanistica e plurilinguistica. Ricerche bibliografiche dimostrano che per le pubblicazioni in tale disciplina si usa una serie di lingue europee, innanzitutto inglese, tedesco, italiano e francese. Da un sondaggio presso archeologi tedescofoni e italiano risulta che si vuole mantenere il plurilinguismo, anche se le prospettive per questo modo di comunicare non sono sempre positive giacché si teme che contributi alla ricerca in lingue diverse dall'inglese non vengano più recepite all'estero. In particolare si evince che l'atteggiamento del gruppo italiano verso il plurilinguismo appare meno convinto rispetto a quello tedesco, quando le ricerche e pubblicazioni in lingua italiana sembrano avere nel settore un grosso peso quantitativo e qualitativo. Infine si propongono misure di una politica linguistica per rafforzare il plurilinguismo nella comunicazione scientifica, in particolare una migliore informazione e discussione sui vantaggi di questo modello comunicativo, sull'effettiva ricezione delle pubblicazioni, p.es. in lingua italiana, che sembra molto più positiva di quanto credono gli stessi autori. Appare auspicabile un invito a continuare a pubblicare in varie lingue nelle riviste e nei convegni internazionali e a mantenere l'organizzazione tradizionale della ricerca.
Presente e futuro del plurilinguismo nelle scienze umanistiche.Il tedesco e l’italiano in archeologia classica
HEMPEL, Karl Gerhard
2011-01-01
Abstract
Nell'articolo si analizza la situazione linguistica in archeologica, tipico esempio di una scienza umanistica e plurilinguistica. Ricerche bibliografiche dimostrano che per le pubblicazioni in tale disciplina si usa una serie di lingue europee, innanzitutto inglese, tedesco, italiano e francese. Da un sondaggio presso archeologi tedescofoni e italiano risulta che si vuole mantenere il plurilinguismo, anche se le prospettive per questo modo di comunicare non sono sempre positive giacché si teme che contributi alla ricerca in lingue diverse dall'inglese non vengano più recepite all'estero. In particolare si evince che l'atteggiamento del gruppo italiano verso il plurilinguismo appare meno convinto rispetto a quello tedesco, quando le ricerche e pubblicazioni in lingua italiana sembrano avere nel settore un grosso peso quantitativo e qualitativo. Infine si propongono misure di una politica linguistica per rafforzare il plurilinguismo nella comunicazione scientifica, in particolare una migliore informazione e discussione sui vantaggi di questo modello comunicativo, sull'effettiva ricezione delle pubblicazioni, p.es. in lingua italiana, che sembra molto più positiva di quanto credono gli stessi autori. Appare auspicabile un invito a continuare a pubblicare in varie lingue nelle riviste e nei convegni internazionali e a mantenere l'organizzazione tradizionale della ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.