Alcuni manoscritti, in parte indeiti, di Maurice Merleau-Ponty risultano costituire, in questo libro, il centro dell’indagine delineata nell’ambito dell’interrogazione filosofica sul musicale. Merleau-Ponty supera il semplice approccio descrittivo della musica e la presenta come un campo aperto, in cui si dipanano i nodi di una filosofia interrogativa. Si legge nel manoscritto vol. VIII f. 189: «la musique comme modèle de la signifi cation. – de ce silence dont le langage est fait». Il percorso tracciato è quello di una filosofia che interroga la fede percettiva, ma non attende né riceve una risposta nel senso ordinario, perché non è il disvelamento di una variabile o di un’invariabile ignota che risponderà a quella domanda, e perché il mondo esistente esiste nel modo interrogativo. Benché in una forma non sistematica, il filosofo francese giunge a delineare una profonda parentela tra questo tipo di filosofia, ed una a filosofia, rinvenendo nell’ascolto il luogo nel quale questa tessitura relazionale viene esplicitata. E' quel «gioco concertato di forze»: «“Just as the musical scale riser from the base of the key tone only to return to a new base at the distance of the octave, so the figure riser in the frame from the bottom for only to find new repose at the top base at the upper edge of the frame. Like the so-called “leading“ tone of the scale, the head in its high location is not only as far away as possible from the bottom base of departure but at the same time captured by the new top base, which it approaches. (There is then, a similarity between the structures of the musical scale and the framed composition)». A questo livello si chiarisce e si rivela il valore dell’arte intesa non come lessico, non come sostituto verbale del mondo, ma come possibilità di condurre ad espressione il silenzio delle cose stesse. Sembra, così, ribaltarsi la struttura relazionale, non più la filosofia in rapporto alla musica, ma la musica in rapporto alla filosofia, in quanto quell’arte, come ogni forma artistica in generale, risulta essere la fonte stessa del pensiero filosofico, il momento sorgivo.
La relazione percettiva. Merleau-Ponty e la musica
DE LEO, DANIELA
2008-01-01
Abstract
Alcuni manoscritti, in parte indeiti, di Maurice Merleau-Ponty risultano costituire, in questo libro, il centro dell’indagine delineata nell’ambito dell’interrogazione filosofica sul musicale. Merleau-Ponty supera il semplice approccio descrittivo della musica e la presenta come un campo aperto, in cui si dipanano i nodi di una filosofia interrogativa. Si legge nel manoscritto vol. VIII f. 189: «la musique comme modèle de la signifi cation. – de ce silence dont le langage est fait». Il percorso tracciato è quello di una filosofia che interroga la fede percettiva, ma non attende né riceve una risposta nel senso ordinario, perché non è il disvelamento di una variabile o di un’invariabile ignota che risponderà a quella domanda, e perché il mondo esistente esiste nel modo interrogativo. Benché in una forma non sistematica, il filosofo francese giunge a delineare una profonda parentela tra questo tipo di filosofia, ed una a filosofia, rinvenendo nell’ascolto il luogo nel quale questa tessitura relazionale viene esplicitata. E' quel «gioco concertato di forze»: «“Just as the musical scale riser from the base of the key tone only to return to a new base at the distance of the octave, so the figure riser in the frame from the bottom for only to find new repose at the top base at the upper edge of the frame. Like the so-called “leading“ tone of the scale, the head in its high location is not only as far away as possible from the bottom base of departure but at the same time captured by the new top base, which it approaches. (There is then, a similarity between the structures of the musical scale and the framed composition)». A questo livello si chiarisce e si rivela il valore dell’arte intesa non come lessico, non come sostituto verbale del mondo, ma come possibilità di condurre ad espressione il silenzio delle cose stesse. Sembra, così, ribaltarsi la struttura relazionale, non più la filosofia in rapporto alla musica, ma la musica in rapporto alla filosofia, in quanto quell’arte, come ogni forma artistica in generale, risulta essere la fonte stessa del pensiero filosofico, il momento sorgivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.