ll Progetto FIRB “Il Mediterraneo antico e meridionale come luogo di incontro tra Oriente ed Occidente, Nord e Sud” è stato sviluppato dalle seguenti Unità di Ricerca: IBAM, ISU, Dipartimento Storia antica “La Sapienza”, Istituto Archeologia etrusco-italica. La proposta progettuale parte dall'ipotesi che il Mediterraneo abbia svolto, nelle diverse epoche storiche, un ruolo ed una funzione diversi, agendo sia come tramite che come barriera. L'obiettivo della ricerca mira ad indagare il tema nella complessità dei suoi aspetti, con l'ausilio delle più aggiornate prospettive storiografiche e delle metodologie innovative d'indagine archeologica basate su un largo impiego delle tecnologie informatiche (data base relazionali, cartografia computerizzata, Sistemi GIS, sistemi per analisi quantitative dei dati). L'integrazione dei diversi saperi permetterà di mettere a punto sistemi documentari, analisi e modelli interpretativi che permettano di approfondire i processi di interazione e di integrazione delle diverse culture del Mediterraneo in un arco cronologico ampio dall'Antichità al Medioevo. Al periodo più antico si riferisce l'indagine sui centri di produzione e sulle dinamiche di scambio in età arcaica e classica. I siti campione si collocano nell'area etrusca (Cerveteri), in Sicilia (Catania), in Italia meridionale (Metaponto ed Oria) ed a Creta (Prinias, Mandra di Gipari). Al periodo romano si riferisce l'indagine su impero e integrazione mediterranea basata sull'idea che la costituzione dell'Impero sia fondata su una integrazione culturale che non ha più avuto eguali nella storia del Mediterraneo, per il pluralismo linguistico, religioso, le autonomie cittadine e la formazione di una classe dirigente. Tali processi, nelle due componenti culturali maggiori (romana e greca), potranno essere analizzati in un preciso contesto dell'Asia Minore, Hierapolis di Frigia. Una rinnovata prospettiva storiografica tende oggi a superare le cesure cronologiche tradizionali, corrispondenti alla caduta dell'Impero romano d'occidente, a favore di una prospettiva che attribuisce valore decisivo alla storia della cultura (in chiave di antropologia storica). La considerazione dei "processi lenti" negli schemi concettuali dell'acculturazione trova nuove opportunità anche nello studio antropologico ed archeologico delle strutture urbane viste nella loro trasformazione in età bizantina ed islamica, con particolare riguardo alle regioni orientali del Mediterraneo. Il ruolo del Mediterraneo come luogo di incontro e scontro delle tre grandi civiltà del Medioevo: la latina, la greco-bizantina e la musulmana, acquista straordinaria rilevanza nel periodo tra l'XI ed il XIII secolo. In questa fase il Mezzogiorno d'Italia, per la sua particolare posizione geografica, divenne lo snodo di relazioni in cui la drammatica avventura delle Crociate rappresentò un momento cruciale di contatto. L'architettura militare acquisisce in età normanna e sveva una pregnanza simbolica che caratterizza ed accomuna lo spazio mediterraneo. Attraverso i confronti stilistici ed icnografici dei castelli dell'Italia meridionale con quelli del Mediterraneo orientale, si tenterà, con l'impiego di tecnologie innovative, di identificare modelli costruttivi e influenze reciproche.
Il Mediterraneo antico e meridionale come luogo di incontro tra Oriente ed Occidente, Nord e Sud. Coordinamento
D'ANDRIA, Francesco
2001-01-01
Abstract
ll Progetto FIRB “Il Mediterraneo antico e meridionale come luogo di incontro tra Oriente ed Occidente, Nord e Sud” è stato sviluppato dalle seguenti Unità di Ricerca: IBAM, ISU, Dipartimento Storia antica “La Sapienza”, Istituto Archeologia etrusco-italica. La proposta progettuale parte dall'ipotesi che il Mediterraneo abbia svolto, nelle diverse epoche storiche, un ruolo ed una funzione diversi, agendo sia come tramite che come barriera. L'obiettivo della ricerca mira ad indagare il tema nella complessità dei suoi aspetti, con l'ausilio delle più aggiornate prospettive storiografiche e delle metodologie innovative d'indagine archeologica basate su un largo impiego delle tecnologie informatiche (data base relazionali, cartografia computerizzata, Sistemi GIS, sistemi per analisi quantitative dei dati). L'integrazione dei diversi saperi permetterà di mettere a punto sistemi documentari, analisi e modelli interpretativi che permettano di approfondire i processi di interazione e di integrazione delle diverse culture del Mediterraneo in un arco cronologico ampio dall'Antichità al Medioevo. Al periodo più antico si riferisce l'indagine sui centri di produzione e sulle dinamiche di scambio in età arcaica e classica. I siti campione si collocano nell'area etrusca (Cerveteri), in Sicilia (Catania), in Italia meridionale (Metaponto ed Oria) ed a Creta (Prinias, Mandra di Gipari). Al periodo romano si riferisce l'indagine su impero e integrazione mediterranea basata sull'idea che la costituzione dell'Impero sia fondata su una integrazione culturale che non ha più avuto eguali nella storia del Mediterraneo, per il pluralismo linguistico, religioso, le autonomie cittadine e la formazione di una classe dirigente. Tali processi, nelle due componenti culturali maggiori (romana e greca), potranno essere analizzati in un preciso contesto dell'Asia Minore, Hierapolis di Frigia. Una rinnovata prospettiva storiografica tende oggi a superare le cesure cronologiche tradizionali, corrispondenti alla caduta dell'Impero romano d'occidente, a favore di una prospettiva che attribuisce valore decisivo alla storia della cultura (in chiave di antropologia storica). La considerazione dei "processi lenti" negli schemi concettuali dell'acculturazione trova nuove opportunità anche nello studio antropologico ed archeologico delle strutture urbane viste nella loro trasformazione in età bizantina ed islamica, con particolare riguardo alle regioni orientali del Mediterraneo. Il ruolo del Mediterraneo come luogo di incontro e scontro delle tre grandi civiltà del Medioevo: la latina, la greco-bizantina e la musulmana, acquista straordinaria rilevanza nel periodo tra l'XI ed il XIII secolo. In questa fase il Mezzogiorno d'Italia, per la sua particolare posizione geografica, divenne lo snodo di relazioni in cui la drammatica avventura delle Crociate rappresentò un momento cruciale di contatto. L'architettura militare acquisisce in età normanna e sveva una pregnanza simbolica che caratterizza ed accomuna lo spazio mediterraneo. Attraverso i confronti stilistici ed icnografici dei castelli dell'Italia meridionale con quelli del Mediterraneo orientale, si tenterà, con l'impiego di tecnologie innovative, di identificare modelli costruttivi e influenze reciproche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.