Umano, troppo umano propone una „filosofia storica […] che non può più assolutamente venir separata dalla scienza naturale“. Il presente saggio comincia col chiedersi se Nietzsche continui anche in seguito a considerare il proprio approccio alla filosofia tanto contiguo alle scienze naturali quanto questa „filosofia storica“. In che misura la filosofia storica e i suoi tentativi di spiegazione siano „naturalistici“ è una questione che si pone a partire dallo stesso vocabolario di Nietzsche, che usa ripetutamente il termine, seppur con diversi significati. D’altra parte confrontare il suo pensiero direttamente con le varianti di naturalismo oggi predominanti, cosa ormai consueta nel dibattito anglosassone, significa in fondo procedere astoricamente e prescindere dall'abisso culturale che li separa. (Lo stesso vale anche per l’attribuzione a Nietzsche di una variante di ‘perfezionismo’ nel senso tecnico che il termine ha nell’etica contemporanea.) Nel molteplice uso attuale il termine tecnico „naturalismo“ appartiene ad una cultura filosofica cui sono estranee molte peculiarità del pensiero nietzscheano, in particolare, ma non solo, le sue prese di posizione spesso estremamente aggressive nei confronti della scienza in generale. Per dare una risposta articolata alla questione del rapporto tra la filosofia di Umano, troppo umano e le fasi ulteriori del pensiero nietzscheano nonché a quella del rapporto tra quest’ultimo e le eterogenee varianti del naturalismo contemporaneo il presente saggio analizza due ambiziosi programmi di ricerca: La gaia Scienza preconizza futuri „edifici ciclopici della scienza” e qualche anno dopo la Genealogia della morale, nella nota allegata alla prima dissertazione, prospetta un progetto in grande stile in cui „tutte le scienze“ devono svolgere ricerche di carattere preliminare operando in funzione del filosofo. Al centro di questi testi nietzscheani è più l'interscambio tra le scienze che non la questione della loro 'gerarchia', allora oggetto di un controverso dibattito – di tale gerarchia ne va solo nel senso della (non solo) allora centrale questione dei rapporti tra scienze dello spirito e della natura, ad es. tra psicologia e fisiologia. Il saggio cerca di mostrare in maniera differenziata in quale misura tali progetti rimangano fedeli all'esigenza, espressa per la prima volta in Umano, troppo umano, di unificare e portare avanti le tendenze empiristiche e naturalistiche del presente. La tendenza a naturalizzare le scienze umane distingue la filosofia nietzscheana, non solo quella di Umano, troppo umano, da correnti antinaturalistiche dello storicismo non solo di allora.
Nietzsche, la genealogia e le scienze
Brusotti, Marco
2012-01-01
Abstract
Umano, troppo umano propone una „filosofia storica […] che non può più assolutamente venir separata dalla scienza naturale“. Il presente saggio comincia col chiedersi se Nietzsche continui anche in seguito a considerare il proprio approccio alla filosofia tanto contiguo alle scienze naturali quanto questa „filosofia storica“. In che misura la filosofia storica e i suoi tentativi di spiegazione siano „naturalistici“ è una questione che si pone a partire dallo stesso vocabolario di Nietzsche, che usa ripetutamente il termine, seppur con diversi significati. D’altra parte confrontare il suo pensiero direttamente con le varianti di naturalismo oggi predominanti, cosa ormai consueta nel dibattito anglosassone, significa in fondo procedere astoricamente e prescindere dall'abisso culturale che li separa. (Lo stesso vale anche per l’attribuzione a Nietzsche di una variante di ‘perfezionismo’ nel senso tecnico che il termine ha nell’etica contemporanea.) Nel molteplice uso attuale il termine tecnico „naturalismo“ appartiene ad una cultura filosofica cui sono estranee molte peculiarità del pensiero nietzscheano, in particolare, ma non solo, le sue prese di posizione spesso estremamente aggressive nei confronti della scienza in generale. Per dare una risposta articolata alla questione del rapporto tra la filosofia di Umano, troppo umano e le fasi ulteriori del pensiero nietzscheano nonché a quella del rapporto tra quest’ultimo e le eterogenee varianti del naturalismo contemporaneo il presente saggio analizza due ambiziosi programmi di ricerca: La gaia Scienza preconizza futuri „edifici ciclopici della scienza” e qualche anno dopo la Genealogia della morale, nella nota allegata alla prima dissertazione, prospetta un progetto in grande stile in cui „tutte le scienze“ devono svolgere ricerche di carattere preliminare operando in funzione del filosofo. Al centro di questi testi nietzscheani è più l'interscambio tra le scienze che non la questione della loro 'gerarchia', allora oggetto di un controverso dibattito – di tale gerarchia ne va solo nel senso della (non solo) allora centrale questione dei rapporti tra scienze dello spirito e della natura, ad es. tra psicologia e fisiologia. Il saggio cerca di mostrare in maniera differenziata in quale misura tali progetti rimangano fedeli all'esigenza, espressa per la prima volta in Umano, troppo umano, di unificare e portare avanti le tendenze empiristiche e naturalistiche del presente. La tendenza a naturalizzare le scienze umane distingue la filosofia nietzscheana, non solo quella di Umano, troppo umano, da correnti antinaturalistiche dello storicismo non solo di allora.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.