La votazione elettronica (eVoting), nata sul finire del secolo scorso, si è sviluppata in tutto il mondo secondo forme e modalità diverse e rappresenta la nuova frontiera della democrazia elettronica (eDemocracy). La democrazia elettronica, attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sembra ormai avviata sulla strada della tecnopolitica, che costituisce un elemento di frattura col passato e una “forza strutturante dei nostri sistemi”, e la prospettiva dei referendum elettronici da qualche tempo sta proponendo una democrazia, denominata “continua”, che s’ispira al modello della democrazia “diretta” ateniese. La democrazia continua è caratterizzata dalla pervasività. Si diffonde in molte direzioni. La sua continuità non riguarda solo la dimensione temporale ma anche quella spaziale, un continuum spazio-temporale che individua la dimensione istituzionale dell'agire politico e della costruzione della cittadinanza. In un contesto di progressiva affermazione dei modelli della eDemocracy, il voto elettronico si evolve rapidamente e diviene essenziale per il futuro stesso della democrazia. Oggi si trova ad un punto di svolta del suo cammino. Il suo uso ha sollevato numerose questioni sul piano informatico e giuridico. Sembra comunque che possa divenire strumento decisivo per la democrazia, al fine di permettere a quest’ultima di essere rifondata sulla regola del diritto, poiché alla base dei processi democratici restano le procedure decisionali di cui si avvale il popolo per esercitare il proprio potere. Tra le molteplici definizioni di voto elettronico vale la pena tenere presente quella adottata nel 2002 dal Consiglio d'Europa, secondo cui l’eVoting “è il ricorso ad un sistema/dispositivo elettronico nell'ambito di uno scrutinio che, per l'elettore, sostituisce il deposito della scheda di voto stampata in un’urna”. Questa definizione ha ispirato nel 2004 lo stesso Consiglio d'Europa a distinguere ulteriormente il “semplice voto elettronico” o “eVoting” (inteso come “voto locale”) dal “voto a distanza” o “remote eVoting”. In Italia non vi è una disciplina organica in tema di voto elettronico. Una novità nell’ordinamento italiano è rappresentata dal comma 1 dell’art. 1 del DL 30 maggio 2012, n. 67, convertito con Legge 23 luglio 2012, n. 118, il quale rimette ad un successivo Regolamento (da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400) la definizione delle modalità di elezione, “anche mediante l’utilizzo di tecnologia informatica”, dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES) e del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). La norma in esame traccia un sistema di eVoting “misto”: tecnologia iVoting (eVoting a mezzo Internet) in linea generale, sia con modalità “home voting” (voto da casa) che, in maniera residuale, con postazioni telematiche in seggi presidiati all’interno degli Uffici consolari. In attesa del Regolamento attuativo del DL n. 67/2012, è già possibile sottolineare come l’Italia si stia incamminando lungo la strada del voto elettronico per i residenti all’estero, nel tentativo di recuperare il ritardo nei confronti di altri Paesi nei quali non solo sono costanti le sperimentazioni di eVoting nel settore ma si è anche proceduto, in taluni casi, alla sua adozione con pieno valore legale (ad esempio, la Svizzera e, in tema di iVoting in generale, l’Estonia). La più recente sperimentazione di eVoting nel nostro Paese è rappresentata dal Progetto “Salento eVoting”, il quale nasce dall’esperienza internazionale maturata dai componenti del Laboratorio di ricerca sull’eGovernment dell’Università del Salento nel settore del voto elettronico (Messico, Brasile, Francia, Grecia). Il Progetto mira a sviluppare un’intensa attività di ricerca e sperimentazione in tema di voto elettronico in seggi presidiati (eVoting). Non mira, pertanto, allo studio di sistemi digitali di voto che comportino maggiori problematiche di compatibilità con il dettato dell’art. 48 Cost., come il voto da remoto tramite Internet (iVoting). Il Progetto prevede l’utilizzo nella Provincia di Lecce, in una o più tornate elettorali o referendarie, dell’urna elettronica messicana (giunta oggi alla quinta generazione), già testata nel Paese centro-americano alle elezioni dell’1 luglio 2012. La sperimentazione deve poi condurre alla progettazione e realizzazione di un prototipo di urna elettronica usabile in Italia e, se adeguatamente implementata e rispondente agli standard internazionali, anche in altri Paesi europei. Il Progetto si contraddistingue nel panorama internazionale in quanto primo caso di ricerca e trasferimento intercontinentale di know-how, tecnologico e organizzativo, tra Enti pubblici (IEPC Jalisco - Messico, da un lato, ed i Comuni salentini di Martignano e Melpignano, dall’altro) nel settore eVoting. Il primo test dell’urna elettronica messicana è stato realizzato il 4 e 5 maggio 2013 nell’ambito di un referendum consultivo presso i Comuni di Martignano e Melpignano nel Salento, avvenuto con modalità elettroniche, quindi in totale assenza di schede elettorali cartacee. Il dato elettorale elettronico è transitato in totale sicurezza alla chiusura delle urne nel Sistema Pubblico di Connettività, come consentito dal coinvolgimento progettuale della concessionaria Puglia del Sistema Pubblico di Connettività. Il mancato utilizzo di schede cartacee può essere visto come un concreto esempio di superamento della classica “informatica parallela”, fase nella quale ci troviamo da circa un ventennio e che tarda a divenire di “informatica pura”.
eVoting e nuove dimensioni della Democrazia
MANCARELLA, Marco
2013-01-01
Abstract
La votazione elettronica (eVoting), nata sul finire del secolo scorso, si è sviluppata in tutto il mondo secondo forme e modalità diverse e rappresenta la nuova frontiera della democrazia elettronica (eDemocracy). La democrazia elettronica, attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sembra ormai avviata sulla strada della tecnopolitica, che costituisce un elemento di frattura col passato e una “forza strutturante dei nostri sistemi”, e la prospettiva dei referendum elettronici da qualche tempo sta proponendo una democrazia, denominata “continua”, che s’ispira al modello della democrazia “diretta” ateniese. La democrazia continua è caratterizzata dalla pervasività. Si diffonde in molte direzioni. La sua continuità non riguarda solo la dimensione temporale ma anche quella spaziale, un continuum spazio-temporale che individua la dimensione istituzionale dell'agire politico e della costruzione della cittadinanza. In un contesto di progressiva affermazione dei modelli della eDemocracy, il voto elettronico si evolve rapidamente e diviene essenziale per il futuro stesso della democrazia. Oggi si trova ad un punto di svolta del suo cammino. Il suo uso ha sollevato numerose questioni sul piano informatico e giuridico. Sembra comunque che possa divenire strumento decisivo per la democrazia, al fine di permettere a quest’ultima di essere rifondata sulla regola del diritto, poiché alla base dei processi democratici restano le procedure decisionali di cui si avvale il popolo per esercitare il proprio potere. Tra le molteplici definizioni di voto elettronico vale la pena tenere presente quella adottata nel 2002 dal Consiglio d'Europa, secondo cui l’eVoting “è il ricorso ad un sistema/dispositivo elettronico nell'ambito di uno scrutinio che, per l'elettore, sostituisce il deposito della scheda di voto stampata in un’urna”. Questa definizione ha ispirato nel 2004 lo stesso Consiglio d'Europa a distinguere ulteriormente il “semplice voto elettronico” o “eVoting” (inteso come “voto locale”) dal “voto a distanza” o “remote eVoting”. In Italia non vi è una disciplina organica in tema di voto elettronico. Una novità nell’ordinamento italiano è rappresentata dal comma 1 dell’art. 1 del DL 30 maggio 2012, n. 67, convertito con Legge 23 luglio 2012, n. 118, il quale rimette ad un successivo Regolamento (da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della Legge 23 agosto 1988, n. 400) la definizione delle modalità di elezione, “anche mediante l’utilizzo di tecnologia informatica”, dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES) e del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). La norma in esame traccia un sistema di eVoting “misto”: tecnologia iVoting (eVoting a mezzo Internet) in linea generale, sia con modalità “home voting” (voto da casa) che, in maniera residuale, con postazioni telematiche in seggi presidiati all’interno degli Uffici consolari. In attesa del Regolamento attuativo del DL n. 67/2012, è già possibile sottolineare come l’Italia si stia incamminando lungo la strada del voto elettronico per i residenti all’estero, nel tentativo di recuperare il ritardo nei confronti di altri Paesi nei quali non solo sono costanti le sperimentazioni di eVoting nel settore ma si è anche proceduto, in taluni casi, alla sua adozione con pieno valore legale (ad esempio, la Svizzera e, in tema di iVoting in generale, l’Estonia). La più recente sperimentazione di eVoting nel nostro Paese è rappresentata dal Progetto “Salento eVoting”, il quale nasce dall’esperienza internazionale maturata dai componenti del Laboratorio di ricerca sull’eGovernment dell’Università del Salento nel settore del voto elettronico (Messico, Brasile, Francia, Grecia). Il Progetto mira a sviluppare un’intensa attività di ricerca e sperimentazione in tema di voto elettronico in seggi presidiati (eVoting). Non mira, pertanto, allo studio di sistemi digitali di voto che comportino maggiori problematiche di compatibilità con il dettato dell’art. 48 Cost., come il voto da remoto tramite Internet (iVoting). Il Progetto prevede l’utilizzo nella Provincia di Lecce, in una o più tornate elettorali o referendarie, dell’urna elettronica messicana (giunta oggi alla quinta generazione), già testata nel Paese centro-americano alle elezioni dell’1 luglio 2012. La sperimentazione deve poi condurre alla progettazione e realizzazione di un prototipo di urna elettronica usabile in Italia e, se adeguatamente implementata e rispondente agli standard internazionali, anche in altri Paesi europei. Il Progetto si contraddistingue nel panorama internazionale in quanto primo caso di ricerca e trasferimento intercontinentale di know-how, tecnologico e organizzativo, tra Enti pubblici (IEPC Jalisco - Messico, da un lato, ed i Comuni salentini di Martignano e Melpignano, dall’altro) nel settore eVoting. Il primo test dell’urna elettronica messicana è stato realizzato il 4 e 5 maggio 2013 nell’ambito di un referendum consultivo presso i Comuni di Martignano e Melpignano nel Salento, avvenuto con modalità elettroniche, quindi in totale assenza di schede elettorali cartacee. Il dato elettorale elettronico è transitato in totale sicurezza alla chiusura delle urne nel Sistema Pubblico di Connettività, come consentito dal coinvolgimento progettuale della concessionaria Puglia del Sistema Pubblico di Connettività. Il mancato utilizzo di schede cartacee può essere visto come un concreto esempio di superamento della classica “informatica parallela”, fase nella quale ci troviamo da circa un ventennio e che tarda a divenire di “informatica pura”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.