Il saggio affronta la questione del rapporto fra la tutela del benessere e della sicurezza al lavoro e le concezioni di organizzazione adottate nell’ordinamento giuridico, sostenendo che le vigenti norme di tutela del benessere e della sicurezza non sono adeguate agli obiettivi che dovrebbero conseguire. A questo scopo si mostra che: a) i saperi interdisciplinari sul benessere al lavoro e i principi fondamentali degli ordinamenti internazionali raccomandano l’adozione di prassi di prevenzione primaria, ossia la costruzione di processi di lavoro intrinsecamente privi di rischi; b) nondimeno, l’adozione di prassi di prevenzione primaria richiede che l’organizzazione sia concepita non come un’entità data e tendenzialmente immodificabile, ma come un processo di azioni e decisioni sempre modificabile e migliorabile; c) nell’ordinamento italiano l’adozione di una concezione di organizzazione come processo di azioni e decisioni è ostacolata sia da una “tradizionale” concezione dell’organizzazione come dominio riservato del datore di lavoro, sia da una recente decomposizione delle categorie generali della regolazione del lavoro. Ne consegue che un approccio di prevenzione primaria resta ancora largamente disatteso dalla regolazione della sicurezza e del benessere al lavoro.

Concezioni di organizzazione e regolazione della sicurezza del lavoro

SALENTO, Angelo
2013-01-01

Abstract

Il saggio affronta la questione del rapporto fra la tutela del benessere e della sicurezza al lavoro e le concezioni di organizzazione adottate nell’ordinamento giuridico, sostenendo che le vigenti norme di tutela del benessere e della sicurezza non sono adeguate agli obiettivi che dovrebbero conseguire. A questo scopo si mostra che: a) i saperi interdisciplinari sul benessere al lavoro e i principi fondamentali degli ordinamenti internazionali raccomandano l’adozione di prassi di prevenzione primaria, ossia la costruzione di processi di lavoro intrinsecamente privi di rischi; b) nondimeno, l’adozione di prassi di prevenzione primaria richiede che l’organizzazione sia concepita non come un’entità data e tendenzialmente immodificabile, ma come un processo di azioni e decisioni sempre modificabile e migliorabile; c) nell’ordinamento italiano l’adozione di una concezione di organizzazione come processo di azioni e decisioni è ostacolata sia da una “tradizionale” concezione dell’organizzazione come dominio riservato del datore di lavoro, sia da una recente decomposizione delle categorie generali della regolazione del lavoro. Ne consegue che un approccio di prevenzione primaria resta ancora largamente disatteso dalla regolazione della sicurezza e del benessere al lavoro.
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