All’indomani della nascita del Regno d’Italia la prima preoccupazione delle autorità fu quella di affermare l’unità nazionale, non solo in termini territoriali, ma soprattutto da un punto di vista antropologico e civile. Si avviò allora una “campagna di iniziazione” al credo e all’identità nazionale. Tra le agenzie pedagogiche specializzate a tale scopo, l'editoria (le altre erano la scuola e le forze armate) assume ben presto un ruolo primario. Gli storici erano chiamati a formare la memoria della collettività, attraverso un'opera di selezione e trasmissione dei “fatti memorabili”, di elaborazione e rielaborazione di un racconto civico che avesse soprattutto la funzione di favorire un riconoscimento collettivo nella patria e nella nazione: promuovendo così quella nazionalizzazione culturale delle masse, a cui mirava appunto il programma di educazione nazionale. Nei primi decenni post-unitari l'editoria italiana conosce una vera e propria rivoluzione distributiva: accanto alla libreria fa la sua comparsa, nel panorama della distribuzione libraria e del prodotto culturale, l'edicola. L'acquisto dell'opera a “dispense”, sostituisce la vecchia formula della vendita “per associazione”, allargando l'asfittico mercato italiano grazie a una sempre più capillare diffusione sul territorio. Le opere a dispense (la prima storia d'Italia appare nelle edicole nel 1882) ottengono subito grande successo divenendo rapidamente uno dei canali principali della comunicazione di massa.
Fare gli italiani: la divulgazione della storia nazionale nel primo cinquantennio post-unitario
MINECCIA, Francesco
2013-01-01
Abstract
All’indomani della nascita del Regno d’Italia la prima preoccupazione delle autorità fu quella di affermare l’unità nazionale, non solo in termini territoriali, ma soprattutto da un punto di vista antropologico e civile. Si avviò allora una “campagna di iniziazione” al credo e all’identità nazionale. Tra le agenzie pedagogiche specializzate a tale scopo, l'editoria (le altre erano la scuola e le forze armate) assume ben presto un ruolo primario. Gli storici erano chiamati a formare la memoria della collettività, attraverso un'opera di selezione e trasmissione dei “fatti memorabili”, di elaborazione e rielaborazione di un racconto civico che avesse soprattutto la funzione di favorire un riconoscimento collettivo nella patria e nella nazione: promuovendo così quella nazionalizzazione culturale delle masse, a cui mirava appunto il programma di educazione nazionale. Nei primi decenni post-unitari l'editoria italiana conosce una vera e propria rivoluzione distributiva: accanto alla libreria fa la sua comparsa, nel panorama della distribuzione libraria e del prodotto culturale, l'edicola. L'acquisto dell'opera a “dispense”, sostituisce la vecchia formula della vendita “per associazione”, allargando l'asfittico mercato italiano grazie a una sempre più capillare diffusione sul territorio. Le opere a dispense (la prima storia d'Italia appare nelle edicole nel 1882) ottengono subito grande successo divenendo rapidamente uno dei canali principali della comunicazione di massa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.