Il contributo analizza criticamente il processo di recepimento della Direttiva 2006/123/CE nell'ordinamento italiano, scandito da diverse tappe, tra le quali la l. 88/2009, il d.lgs. 59/2010, le modifiche alla l. 241/1990 attraverso l'introduzione della SCIA in luogo della DIA. Si ricostruisce in particolare la genesi e l'evoluzione della DIA, dalle sue origini come denuncia di inizio attività (1990-1993), alla fase di consolidamento e trasformazione (1993-2005), sino alla sua modifica in dichiarazione di inizio attività (2005-2008); si esamina il complesso rapporto intrecciatosi tra la l. 241/1990 e il sistema della Direttiva Servizi (2008-2010) e si giunge, infine, all'esame approfondito del nuovo istituto della SCIA. Il contributo pone in luce come, sotto alcuni profili, le scelte del legislatore italiano appaiano distoniche rispetto alla lettera e allo spirito della Direttiva, ridimensionandone parzialmente l'impatto e la portata di mutamento di paradigma. Indicazioni in tal senso sono rinvenute anche da un esame della legislazione speciale, a partire dalla normativa sullo sportello unico delle attività produttive fino allo statuto delle imprese (l. 180/2011) e alla recente normativa "anticrisi" varata per la promozione dello sviluppo e della crescita. Il contributo mostra, in conclusione, come il recepimento della Direttiva Servizi, lungi dal comportare l'abdicazione alla presenza dei pubblici poteri nel regime delle attività, chiama i vari formanti ad una nuova perimetrazione del ruolo, degli ambiti e delle tecniche d'intervento, che vanno mantenuti là dove si tratti di salvaguardare i valori basilari, di matrice diversa e differenziata, su cui è fondato l'ordinamento giuridico.
Il recepimento della Direttiva Servizi in Italia e il regime d’intervento sulle attività: profili, problemi e prospettive.
TUCCARI, Francesco
2013-01-01
Abstract
Il contributo analizza criticamente il processo di recepimento della Direttiva 2006/123/CE nell'ordinamento italiano, scandito da diverse tappe, tra le quali la l. 88/2009, il d.lgs. 59/2010, le modifiche alla l. 241/1990 attraverso l'introduzione della SCIA in luogo della DIA. Si ricostruisce in particolare la genesi e l'evoluzione della DIA, dalle sue origini come denuncia di inizio attività (1990-1993), alla fase di consolidamento e trasformazione (1993-2005), sino alla sua modifica in dichiarazione di inizio attività (2005-2008); si esamina il complesso rapporto intrecciatosi tra la l. 241/1990 e il sistema della Direttiva Servizi (2008-2010) e si giunge, infine, all'esame approfondito del nuovo istituto della SCIA. Il contributo pone in luce come, sotto alcuni profili, le scelte del legislatore italiano appaiano distoniche rispetto alla lettera e allo spirito della Direttiva, ridimensionandone parzialmente l'impatto e la portata di mutamento di paradigma. Indicazioni in tal senso sono rinvenute anche da un esame della legislazione speciale, a partire dalla normativa sullo sportello unico delle attività produttive fino allo statuto delle imprese (l. 180/2011) e alla recente normativa "anticrisi" varata per la promozione dello sviluppo e della crescita. Il contributo mostra, in conclusione, come il recepimento della Direttiva Servizi, lungi dal comportare l'abdicazione alla presenza dei pubblici poteri nel regime delle attività, chiama i vari formanti ad una nuova perimetrazione del ruolo, degli ambiti e delle tecniche d'intervento, che vanno mantenuti là dove si tratti di salvaguardare i valori basilari, di matrice diversa e differenziata, su cui è fondato l'ordinamento giuridico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.