A partire dall’affermazione foucaultiana secondo cui il potere costituirebbe la terza dimensione dello spazio e lo spazio, oltreché essere spazio-visibile e spazio-dicibile, si configurerebbe preliminarmente come un diagramma del potere, ossia come spazio-potere, l’articolo intende analizzare alcuni processi di produzione della città contemporanea. Lo spazio urbano è quindi considerato come una forma della dislocazione dello spazio-potere in grado di restituirci una cartografia dei punti di applicazione del dispositivo sapere/potere/sé, come parte del vasto processo di organizzazione della vita in senso biopolitico. In ragione di questa impostazione teorica, il saggio proposto intende analizzare alcune modalità di produzione dello spazio urbano con cui provare a ricostruire parte della razionalità di governo della città contemporanea: il rapporto centro-periferia, come modalità di riorganizzazione simbolica della disuguaglianza sociale; lo spazio pubblico, come luogo di sottrazione simbolica dell’idea di cittadinanza;i coni d’ombra, come“stati d’eccezione”, luoghi della riproduzione simbolica del potere nello spazio. Queste modalità di produzione dello spazio urbano costituirebbero, dunque, alcuni degli elementi dell’attuale declinazione della spazialità biopolitica, nella quale si manifestano preoccupazioni al contempo disciplinari e securitarie, di ordine e gestione della vita. Se, come ha efficacemente mostrato Foucault, il concetto biopolitico di popolazione è un concetto spaziale, la sua dislocazione nella città può forse raccontarne la trama. In cerca non del paesaggio urbano ma dei possibili significati che esso offre.

Ordine e sicurezza nella città biopolitica: vecchi scenari e nuovi immaginari

Cremonesini, Valentina
2014-01-01

Abstract

A partire dall’affermazione foucaultiana secondo cui il potere costituirebbe la terza dimensione dello spazio e lo spazio, oltreché essere spazio-visibile e spazio-dicibile, si configurerebbe preliminarmente come un diagramma del potere, ossia come spazio-potere, l’articolo intende analizzare alcuni processi di produzione della città contemporanea. Lo spazio urbano è quindi considerato come una forma della dislocazione dello spazio-potere in grado di restituirci una cartografia dei punti di applicazione del dispositivo sapere/potere/sé, come parte del vasto processo di organizzazione della vita in senso biopolitico. In ragione di questa impostazione teorica, il saggio proposto intende analizzare alcune modalità di produzione dello spazio urbano con cui provare a ricostruire parte della razionalità di governo della città contemporanea: il rapporto centro-periferia, come modalità di riorganizzazione simbolica della disuguaglianza sociale; lo spazio pubblico, come luogo di sottrazione simbolica dell’idea di cittadinanza;i coni d’ombra, come“stati d’eccezione”, luoghi della riproduzione simbolica del potere nello spazio. Queste modalità di produzione dello spazio urbano costituirebbero, dunque, alcuni degli elementi dell’attuale declinazione della spazialità biopolitica, nella quale si manifestano preoccupazioni al contempo disciplinari e securitarie, di ordine e gestione della vita. Se, come ha efficacemente mostrato Foucault, il concetto biopolitico di popolazione è un concetto spaziale, la sua dislocazione nella città può forse raccontarne la trama. In cerca non del paesaggio urbano ma dei possibili significati che esso offre.
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