Il presente contributo prende in esame la produzione poetica di Cesare Giulio Viola, noto soprattutto come autore di commedie di successo tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, nonché come narratore e critico teatrale. Essa comprende non soltanto un volume del 1909, L’altro volto che ride. Poemi (Ricciardi), ma vari componimenti dispersi, legati anch’essi in qualche modo alla temperie culturale di primo Novecento e nello specifico alla «scuola» crepuscolare della capitale. Il saggio è bipartito. La prima parte provvede a ricostruire attraverso lettere, rievocazioni memoriali, documenti e testimonianze, la presenza e la funzione del poeta all’interno del circolo romano, dove spiccavano le figure di Sergio Corazzini, Fausto Maria Martini e Tito Marrone, con i quali egli entrò in rapporti di amicizia e di collaborazione. La seconda parte consiste nell’analisi della scrittura lirica di Viola nell’orizzonte intertestuale della poesia italiana ed europea primo-novecentesca (tra revival classicistico e simbolismo minore, «liberty e crepuscolarismo»). Emergono così, tra i punti di riferimento del poeta, i nomi di Leopardi e Pascoli tra gli italiani e di Baudelaire, Rodenbach e Verhaeren tra gli stranieri. Il saggio è compreso nel volume Tra Sud ed Europa. Studi sul Novecento letterario italiano (Lecce, Milella, 2013), una coerente raccolta di studi dedicati a poeti e narratori italiani del Novecento (Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Rocco Scotellaro, Michele Saponaro, Girolamo Comi, Vittorio Bodini) accomunati dall’origine meridionale ma anche dalla dimensione nazionale e, in alcuni casi, europea, in cui si colloca la loro attività letteraria. Su questo volume si segnalano le seguenti recensioni: - Anna Ferrari, in “Sinestesie”, a. XI, 2013, pp. 349-352 - Lucia Tantalo, in “Otto/Novecento”, a. XXXVIII, n. 3, settembre-dicembre 2014, pp. 219-221. - Simone Giorgino, in “Critica letteraria”, a.XLII, fasc. II, n. 163/2014, pp. 441-445. - Giuseppe Bonifacino, in “Esperienze letterarie”, n. 2. 2015, pp. 141-145. - Teresa Pano, in “OBLIO”, V, 18-19, autunno 2015, pp. 185-187. - Fabio D’Astore, in “Misure critiche”, n. s. a. XIII, n. 2 (2014) – a. XIV, n. 1 (2015), pp. 277-280. - Anna Maria Cantore, in “Annali di Italianistica”, vol. 33, 2015, pp. 499-501.
La poesia di Cesare Giulio Viola e il crepuscolarismo romano
GIANNONE, Antonio
2011-01-01
Abstract
Il presente contributo prende in esame la produzione poetica di Cesare Giulio Viola, noto soprattutto come autore di commedie di successo tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento, nonché come narratore e critico teatrale. Essa comprende non soltanto un volume del 1909, L’altro volto che ride. Poemi (Ricciardi), ma vari componimenti dispersi, legati anch’essi in qualche modo alla temperie culturale di primo Novecento e nello specifico alla «scuola» crepuscolare della capitale. Il saggio è bipartito. La prima parte provvede a ricostruire attraverso lettere, rievocazioni memoriali, documenti e testimonianze, la presenza e la funzione del poeta all’interno del circolo romano, dove spiccavano le figure di Sergio Corazzini, Fausto Maria Martini e Tito Marrone, con i quali egli entrò in rapporti di amicizia e di collaborazione. La seconda parte consiste nell’analisi della scrittura lirica di Viola nell’orizzonte intertestuale della poesia italiana ed europea primo-novecentesca (tra revival classicistico e simbolismo minore, «liberty e crepuscolarismo»). Emergono così, tra i punti di riferimento del poeta, i nomi di Leopardi e Pascoli tra gli italiani e di Baudelaire, Rodenbach e Verhaeren tra gli stranieri. Il saggio è compreso nel volume Tra Sud ed Europa. Studi sul Novecento letterario italiano (Lecce, Milella, 2013), una coerente raccolta di studi dedicati a poeti e narratori italiani del Novecento (Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Rocco Scotellaro, Michele Saponaro, Girolamo Comi, Vittorio Bodini) accomunati dall’origine meridionale ma anche dalla dimensione nazionale e, in alcuni casi, europea, in cui si colloca la loro attività letteraria. Su questo volume si segnalano le seguenti recensioni: - Anna Ferrari, in “Sinestesie”, a. XI, 2013, pp. 349-352 - Lucia Tantalo, in “Otto/Novecento”, a. XXXVIII, n. 3, settembre-dicembre 2014, pp. 219-221. - Simone Giorgino, in “Critica letteraria”, a.XLII, fasc. II, n. 163/2014, pp. 441-445. - Giuseppe Bonifacino, in “Esperienze letterarie”, n. 2. 2015, pp. 141-145. - Teresa Pano, in “OBLIO”, V, 18-19, autunno 2015, pp. 185-187. - Fabio D’Astore, in “Misure critiche”, n. s. a. XIII, n. 2 (2014) – a. XIV, n. 1 (2015), pp. 277-280. - Anna Maria Cantore, in “Annali di Italianistica”, vol. 33, 2015, pp. 499-501.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.