Lo studio fornisce indicazioni significative per delineare il quadro generale dell’economia di sussistenza degli insediamenti di Fondo Paviani e Frattesina durante la Tarda età del Bronzo. Nel complesso l’allevamento del bestiame doveva svolgere un ruolo di primaria importanza essendo i principali animali domestici utilizzati a fini alimentari maggiormente rappresentati. In termini di numero dei resti (NR) e di numero minimo di individui (NMI) i caprovini e i suini rappresentano la principale fonte di proteine. A Frattesina inoltre la caccia non doveva rappresentare un’attività marginale, dal momento che i resti attribuibili a specie selvatiche sono molto ben rappresentati tra i resti identificati. L’importanza dell’attività venatoria sembra aumentare nel corso del tempo, passando dal 14% del Bronzo finale al 26% del Ferro iniziale. La specie maggiormente cacciata è in ogni fase quella del cervo e l’interesse sembrerebbe rivolto sia allo sfruttamento alimentare sia a quello del palco per la lavorazione artigianale di questa materia dura per la fabbricazione di utensili e manici di vario genere, data l’associazione di numerosi frammenti di palco anche con evidenti tracce di taglio con altri elementi anatomici. La pesca in acqua dolce era praticata in entrambi gli insediamenti sebbene fosse un’attività molto comune solo a Frattesina.
Fondo Paviani e Frattesina: economia animale di due central places della tarda età del Bronzo veneta
DE GROSSI MAZZORIN, Jacopo
2015-01-01
Abstract
Lo studio fornisce indicazioni significative per delineare il quadro generale dell’economia di sussistenza degli insediamenti di Fondo Paviani e Frattesina durante la Tarda età del Bronzo. Nel complesso l’allevamento del bestiame doveva svolgere un ruolo di primaria importanza essendo i principali animali domestici utilizzati a fini alimentari maggiormente rappresentati. In termini di numero dei resti (NR) e di numero minimo di individui (NMI) i caprovini e i suini rappresentano la principale fonte di proteine. A Frattesina inoltre la caccia non doveva rappresentare un’attività marginale, dal momento che i resti attribuibili a specie selvatiche sono molto ben rappresentati tra i resti identificati. L’importanza dell’attività venatoria sembra aumentare nel corso del tempo, passando dal 14% del Bronzo finale al 26% del Ferro iniziale. La specie maggiormente cacciata è in ogni fase quella del cervo e l’interesse sembrerebbe rivolto sia allo sfruttamento alimentare sia a quello del palco per la lavorazione artigianale di questa materia dura per la fabbricazione di utensili e manici di vario genere, data l’associazione di numerosi frammenti di palco anche con evidenti tracce di taglio con altri elementi anatomici. La pesca in acqua dolce era praticata in entrambi gli insediamenti sebbene fosse un’attività molto comune solo a Frattesina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.