All’interno dell’insediamento messapico di età arcaica (VI secolo a.C.) di Castello D’Alceste (San Vito dei Normanni, BR), in Puglia, gli scavi dell’Università del Salento hanno messo in luce un edificio di grande estensione, caratterizzato da una ampia corte aperta fiancheggiata da vani coperti sul lato occidentale. All’interno della corte una struttura in pietre di forma semicircolare è stata identificata come la base di un altare che trova puntuali riscontri nelle rappresentazioni di altari sacrificali su vasi attici . Anche altri elementi rimandano ad una interpretazione rituale del contesto, fra i quali la presenza di frammenti di louteria e alcune caratteristiche del campione dei resti animali associato . Particolarmente significativo è la presenza dei resti di un vitello di circa due anni e di una vacca di quattro anni rinvenuti all’interno di una piccola fossa messa in luce in uno dei vani adiacenti alla grande corte. La presenza di tracce di macellazione su alcune ossa, la mancanza di tracce di combustione sulla superficie dei resti e l’integrità di alcuni elementi anatomici suggeriscono la bollitura della carne dopo averla separata dalla matrice ossea. L’omogeneità del campione e la simultaneità del riempimento della fossa farebbero propendere non per un’azione consuetudinaria, bensì esclusiva e dunque rituale.
I resti faunistici del Castello di Alceste (San Vito dei Normanni –BR) contributo allo studio delle pratiche sacrificali nella Messapia arcaica
DE GROSSI MAZZORIN, Jacopo;MINNITI, CLAUDIA;SEMERARO, Grazia
2015-01-01
Abstract
All’interno dell’insediamento messapico di età arcaica (VI secolo a.C.) di Castello D’Alceste (San Vito dei Normanni, BR), in Puglia, gli scavi dell’Università del Salento hanno messo in luce un edificio di grande estensione, caratterizzato da una ampia corte aperta fiancheggiata da vani coperti sul lato occidentale. All’interno della corte una struttura in pietre di forma semicircolare è stata identificata come la base di un altare che trova puntuali riscontri nelle rappresentazioni di altari sacrificali su vasi attici . Anche altri elementi rimandano ad una interpretazione rituale del contesto, fra i quali la presenza di frammenti di louteria e alcune caratteristiche del campione dei resti animali associato . Particolarmente significativo è la presenza dei resti di un vitello di circa due anni e di una vacca di quattro anni rinvenuti all’interno di una piccola fossa messa in luce in uno dei vani adiacenti alla grande corte. La presenza di tracce di macellazione su alcune ossa, la mancanza di tracce di combustione sulla superficie dei resti e l’integrità di alcuni elementi anatomici suggeriscono la bollitura della carne dopo averla separata dalla matrice ossea. L’omogeneità del campione e la simultaneità del riempimento della fossa farebbero propendere non per un’azione consuetudinaria, bensì esclusiva e dunque rituale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.