Il poeta dialettale Giuseppe De Dominicis (1869-1905), noto con lo pseudonimo di Capitano Black, fu anche un appassionato cultore di Dante, trovando in lui un maestro di stile, una guida morale e una delle principali fonti d'ispirazione, come dimostra innanzitutto il poema allegorico Canti de l'autra vita ('Canti dell'altra vita'). Un ulteriore segno del suo amore per il poeta fiorentino è la traduzione in dialetto leccese dei vv. 37-75 di Inf. XXXIII, con la quale egli si inserisce nel "genere" letterario, di recente istituzione, costituito dai vari adattamenti vernacolari della Commedia, assai numerosi proprio nei decenni post-unitari. Il lavoro si segnala non solo per il carattere divulgativo, ma soprattutto come concreta testimonianza del ruolo fondamentale di Dante nella formazione dei giovzni intellettuali meridionali.
Giuseppe De Dominicis e Dante: la traduzione in dialetto leccese di ‘Inf.’, XXXIII 37-75
MARZO, Antonio
2016-01-01
Abstract
Il poeta dialettale Giuseppe De Dominicis (1869-1905), noto con lo pseudonimo di Capitano Black, fu anche un appassionato cultore di Dante, trovando in lui un maestro di stile, una guida morale e una delle principali fonti d'ispirazione, come dimostra innanzitutto il poema allegorico Canti de l'autra vita ('Canti dell'altra vita'). Un ulteriore segno del suo amore per il poeta fiorentino è la traduzione in dialetto leccese dei vv. 37-75 di Inf. XXXIII, con la quale egli si inserisce nel "genere" letterario, di recente istituzione, costituito dai vari adattamenti vernacolari della Commedia, assai numerosi proprio nei decenni post-unitari. Il lavoro si segnala non solo per il carattere divulgativo, ma soprattutto come concreta testimonianza del ruolo fondamentale di Dante nella formazione dei giovzni intellettuali meridionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.