Nel mese di settembre 2017 si è svolta la seconda campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), un esteso pianoro soprelevato, nel quale indagini topografiche di superficie hanno permesso di riconoscere un piccolo insediamento messapico fortificato. Le antiche mura, i cui resti sono visibili al di sotto di un muretto a secco che circonda il pianoro, seguivano un percorso dalla forma grosso modo ellittica, raggiungevano una lunghezza di circa 650 m e delimitavano una superficie di circa 3 ettari; erano inoltre rafforzate da un fossato, realizzato a ridosso del lato orientale del circuito murario e ben visibile sulle immagini aeree e satellitari. Le attività di scavo si sono concentrate all’interno di un terreno agricolo di proprietà privata (Dott. Lino Rollo) e sono state finalizzate a comprendere le modalità e le fasi di occupazione del sito e a intercettare i resti delle mura di cinta. L'apertura di un saggio a ridosso del muretto a secco che delimita il pianoro sul lato O ha permesso di documentare le caratteristiche delle fortificazioni, forse realizzate in due fasi successive. È venuta in luce una poderosa struttura, caratterizzata da due paramenti realizzati in grandi blocchi lapidei di forma irregolare e da un riempimento interno di notevole spessore, costituito da pietre calcaree e tufacee, coppi e frammenti ceramici. Lo studio dei materiali recuperati dai livelli associati a queste strutture è ancora in corso. Essi sembrano comunque attestare un'assidua frequentazione dell'area per lo più nell'ambito dell'epoca arcaica e classica, pur comprendendo più antichi reperti inquadrabili nell’età del Bronzo e del Ferro e anche testimonianze di età ellenistica. È stata indagata al contempo un'area più interna rispetto alle mura, nella quale sono stati documentati reperti - purtroppo decontestualizzati e rimescolati - riferibili alla presenza di sepolture (blocchi e lastre di pietra leccese e tufo, frammentario vasellame da corredo). Anche se l'attività degli scavatori clandestini ha danneggiato per sempre il contesto archeologico, risultano in ogni caso di particolare interesse, tra i materiali rinvenuti, alcuni frammenti di vasi di importazione attica e corinzia e di produzione coloniale, indizio dei contatti commerciali che interessarono questo insediamento, soprattutto tra il VI e il V sec. a.C. Contatti certamente favoriti dalla felice posizione del sito, interna, ma non lontana dal litorale ionico e a controllo di un vasto comprensorio.

Nardò (LE), località Li Schiavoni

Giovanna Cera
2017-01-01

Abstract

Nel mese di settembre 2017 si è svolta la seconda campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), un esteso pianoro soprelevato, nel quale indagini topografiche di superficie hanno permesso di riconoscere un piccolo insediamento messapico fortificato. Le antiche mura, i cui resti sono visibili al di sotto di un muretto a secco che circonda il pianoro, seguivano un percorso dalla forma grosso modo ellittica, raggiungevano una lunghezza di circa 650 m e delimitavano una superficie di circa 3 ettari; erano inoltre rafforzate da un fossato, realizzato a ridosso del lato orientale del circuito murario e ben visibile sulle immagini aeree e satellitari. Le attività di scavo si sono concentrate all’interno di un terreno agricolo di proprietà privata (Dott. Lino Rollo) e sono state finalizzate a comprendere le modalità e le fasi di occupazione del sito e a intercettare i resti delle mura di cinta. L'apertura di un saggio a ridosso del muretto a secco che delimita il pianoro sul lato O ha permesso di documentare le caratteristiche delle fortificazioni, forse realizzate in due fasi successive. È venuta in luce una poderosa struttura, caratterizzata da due paramenti realizzati in grandi blocchi lapidei di forma irregolare e da un riempimento interno di notevole spessore, costituito da pietre calcaree e tufacee, coppi e frammenti ceramici. Lo studio dei materiali recuperati dai livelli associati a queste strutture è ancora in corso. Essi sembrano comunque attestare un'assidua frequentazione dell'area per lo più nell'ambito dell'epoca arcaica e classica, pur comprendendo più antichi reperti inquadrabili nell’età del Bronzo e del Ferro e anche testimonianze di età ellenistica. È stata indagata al contempo un'area più interna rispetto alle mura, nella quale sono stati documentati reperti - purtroppo decontestualizzati e rimescolati - riferibili alla presenza di sepolture (blocchi e lastre di pietra leccese e tufo, frammentario vasellame da corredo). Anche se l'attività degli scavatori clandestini ha danneggiato per sempre il contesto archeologico, risultano in ogni caso di particolare interesse, tra i materiali rinvenuti, alcuni frammenti di vasi di importazione attica e corinzia e di produzione coloniale, indizio dei contatti commerciali che interessarono questo insediamento, soprattutto tra il VI e il V sec. a.C. Contatti certamente favoriti dalla felice posizione del sito, interna, ma non lontana dal litorale ionico e a controllo di un vasto comprensorio.
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