ITA: Nel presente saggio si intende mostrare quale è il rapporto concettuale e storio-genetico che unisce la definizione di Unbedingte di Kant, come negazione del condizionato, al Wille di Schopenhauer, come negazione del principio di ragione. Si determineranno le declinazioni concettuali e le oscillazioni semantiche attribuite da Kant, secondo l’uso teoretico o logico o pratico, all’incondizionato. In seguito, si mostrerà il ruolo di mediazione fra la filosofia critica di Kant e la metafisica della volontà di Schopenhauer svolto dalla Elementarphilosphie di K. L. Reinhold in relazione alla deduzione dei predicati negativi della cosa in sé e all’opposizione fra cosa in sé e pensiero. Infine si cercherà di mostrare che, dall’evidenza del male immanente, Schopenhauer deriva il male metafisico, in virtù di un circolo fra istanza morale e istanza teoretica.
Do Unbedingte de Kant ao Wille de Schopenhauer: Da ausência de uma condição formal à falta de razão suficiente
Fabio Ciracì
2018-01-01
Abstract
ITA: Nel presente saggio si intende mostrare quale è il rapporto concettuale e storio-genetico che unisce la definizione di Unbedingte di Kant, come negazione del condizionato, al Wille di Schopenhauer, come negazione del principio di ragione. Si determineranno le declinazioni concettuali e le oscillazioni semantiche attribuite da Kant, secondo l’uso teoretico o logico o pratico, all’incondizionato. In seguito, si mostrerà il ruolo di mediazione fra la filosofia critica di Kant e la metafisica della volontà di Schopenhauer svolto dalla Elementarphilosphie di K. L. Reinhold in relazione alla deduzione dei predicati negativi della cosa in sé e all’opposizione fra cosa in sé e pensiero. Infine si cercherà di mostrare che, dall’evidenza del male immanente, Schopenhauer deriva il male metafisico, in virtù di un circolo fra istanza morale e istanza teoretica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.