Nella letteratura artistica italiana tra sedicesimo e diociassettesimo secolo è celebrata la superiorità del marmo e del bronzo sugli altri materiali scultorei. La monocromia di entrambi era considerata ideale per esaltare i valori plastici della scultura, cosicché la doratura e la policromia vennero bandite. Le statue dipinte vennero considerate arte puramente devozionale, popolare, se non addirittura volgare. Ciononostante, la produzione di scultura dipinta di qualità proseguì in tutta l'Italia, così come l'uso di materiali non "nobili": legno, stucco, cartapesta. L'esempio della cartapeste di Jacopo Sansovino testimonia l'interesse del grande scultore per la cartapesta, che gli ha permesso di replicare le sue opere e diffondere così la «buona maniera» attraverso la versatilità e la riproducibilità del materiale. Nella bottega del Sansovino si producevano allo stesso modo rilievi policromi e rilievi monocromi. Si presenta qui l'attribuzione ad Alonso Berruguete di un rilievo in cartapesta, che mostra la stessa esecuzione tecnica dei rilievi del Sansovino. E' probabile che i due sculturi si fossero conosciuti a Firenze tra la prima e la seconda decade del Ciquecento. In the Italian art literature between the sixteenth and seventeenth centuries the superiority of marble and bronze on other sculptural materials is celebrated. The monochrome of both was considered ideal to enhance the plastic values of the sculpture, so the gildings and colors were banned: painted statues were considered pure devotional art, popular, when not vulgar. Nonetheless, the production of high quality painted sculpture continued throughout Italy, as well as the use of less «noble» materials: wood, stucco, papier-maché (cartapesta). The example of Jacopo Sansovino’s cartapeste testifies the interest of the great sculptor for papier maché, which enabled him to replicate his works and thus spread the «buona maniera» through the versatility and reproducibility of the material. In the Sansovino workshop both white and polychrome reliefs were produced. Here is also a new attribution to Alonso Berruguete of a cartapesta, which presents the same execution technique as Sansovino’s reliefs. It is likely that the two sculptors met in Florence between the first and second decades of the sixteenth century.
La dialéctica entre materia y artificio en la escultura policromada entre el Renascimiento y el Barroco
Raffaele Casciaro
Writing – Original Draft Preparation
2018-01-01
Abstract
Nella letteratura artistica italiana tra sedicesimo e diociassettesimo secolo è celebrata la superiorità del marmo e del bronzo sugli altri materiali scultorei. La monocromia di entrambi era considerata ideale per esaltare i valori plastici della scultura, cosicché la doratura e la policromia vennero bandite. Le statue dipinte vennero considerate arte puramente devozionale, popolare, se non addirittura volgare. Ciononostante, la produzione di scultura dipinta di qualità proseguì in tutta l'Italia, così come l'uso di materiali non "nobili": legno, stucco, cartapesta. L'esempio della cartapeste di Jacopo Sansovino testimonia l'interesse del grande scultore per la cartapesta, che gli ha permesso di replicare le sue opere e diffondere così la «buona maniera» attraverso la versatilità e la riproducibilità del materiale. Nella bottega del Sansovino si producevano allo stesso modo rilievi policromi e rilievi monocromi. Si presenta qui l'attribuzione ad Alonso Berruguete di un rilievo in cartapesta, che mostra la stessa esecuzione tecnica dei rilievi del Sansovino. E' probabile che i due sculturi si fossero conosciuti a Firenze tra la prima e la seconda decade del Ciquecento. In the Italian art literature between the sixteenth and seventeenth centuries the superiority of marble and bronze on other sculptural materials is celebrated. The monochrome of both was considered ideal to enhance the plastic values of the sculpture, so the gildings and colors were banned: painted statues were considered pure devotional art, popular, when not vulgar. Nonetheless, the production of high quality painted sculpture continued throughout Italy, as well as the use of less «noble» materials: wood, stucco, papier-maché (cartapesta). The example of Jacopo Sansovino’s cartapeste testifies the interest of the great sculptor for papier maché, which enabled him to replicate his works and thus spread the «buona maniera» through the versatility and reproducibility of the material. In the Sansovino workshop both white and polychrome reliefs were produced. Here is also a new attribution to Alonso Berruguete of a cartapesta, which presents the same execution technique as Sansovino’s reliefs. It is likely that the two sculptors met in Florence between the first and second decades of the sixteenth century.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.