Quest’articolo presenta i tratti essenziali dell’approccio dell’economia fondamentale, proposto da una rete internazionale di ricerca nata nel 2013 nell’Università di Manchester. Superando la mitologia dell’hi-tech e dell’advanced manufacturing, i teorici dell’economia fondamentale focalizzano l’attenzione sui settori economici decisivi per il benessere e la coesione sociale (ad esempio, la produzione e la distribuzione di cibo, la distribuzione dell’acqua e dell’energia, la sanità, l’istruzione, i trasporti). Queste attività economiche sono fortemente radicate nei territori, anche se spesso trascendono i loro confini. L’economia fondamentale è stata indebolita dagli sviluppi degli ultimi trentacinque anni. La ricerca di extraprofitti e di rendite, e la massimizzazione del rendimento del capitale, sono oggi prassi diffuse anche in questo spazio economico. La rete di ricerca sull’economia fondamentale si propone di analizzare queste derive e di cooperare con attori economici, attori politici e attori collettivi della società civile per elaborare strumenti di azione e di regolazione alternativi. Non si tratta di respingere la coordinazione di mercato in quanto tale, ma di evitare che l’economia fondamentale sia assoggettata alle istanze di accumulazione di breve periodo. In questa prospettiva, le forme di auto-organizzazione economica “dal basso” sono estremamente importanti, ma non si deve sottovalutare la necessità di strumenti di regolazione innovativi su una scala nazionale e internazionale.
Economia fondamentale e territorio: ‘istituzioni della felicità’, auto-organizzazione e azione pubblica
A. Salento
2018-01-01
Abstract
Quest’articolo presenta i tratti essenziali dell’approccio dell’economia fondamentale, proposto da una rete internazionale di ricerca nata nel 2013 nell’Università di Manchester. Superando la mitologia dell’hi-tech e dell’advanced manufacturing, i teorici dell’economia fondamentale focalizzano l’attenzione sui settori economici decisivi per il benessere e la coesione sociale (ad esempio, la produzione e la distribuzione di cibo, la distribuzione dell’acqua e dell’energia, la sanità, l’istruzione, i trasporti). Queste attività economiche sono fortemente radicate nei territori, anche se spesso trascendono i loro confini. L’economia fondamentale è stata indebolita dagli sviluppi degli ultimi trentacinque anni. La ricerca di extraprofitti e di rendite, e la massimizzazione del rendimento del capitale, sono oggi prassi diffuse anche in questo spazio economico. La rete di ricerca sull’economia fondamentale si propone di analizzare queste derive e di cooperare con attori economici, attori politici e attori collettivi della società civile per elaborare strumenti di azione e di regolazione alternativi. Non si tratta di respingere la coordinazione di mercato in quanto tale, ma di evitare che l’economia fondamentale sia assoggettata alle istanze di accumulazione di breve periodo. In questa prospettiva, le forme di auto-organizzazione economica “dal basso” sono estremamente importanti, ma non si deve sottovalutare la necessità di strumenti di regolazione innovativi su una scala nazionale e internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.