Il contributo ricostruisce, con documenti di prima mano, lo spaccato primo-ottocentesco italiano in cui Foscolo agì confrontandosi, spesso in maniera polemica, non soltanto con i due numi tutelari della letteratura italiana dell'epoca, Monti e Cesarotti, ma anche con i suoi connazionali greci residenti in Italia. Grazie una serie di nuove testimonianze epistolari, rinvenute presso l'Archivio Mustoxidi di Corfù, è stato possibile ricostruire il complesso delle relazioni intrattenute dallo zantiota con la generazione dei suoi compatrioti in Italia (Isabella Teotochi Albrizzi, Emilio De Tipaldo Andrea Mustoxidi, Mario Pieri, Andrea Kalvos). Alla luce di ciò, lo studio segue il percorso di determinazione della fisionomia italo-greca del Foscolo, saggiandone il rapporto con la terra natale (che passava inevitabilmente da quello a vario titolo intrattenuto con i suoi connazionali migliori) e illustrandone una prima fortuna critica, legata a doppio filo alla ricezione della sua opera nell’età coeva. Fortuna traballante e non sempre favorevole, come si è dimostrato, tenuto conto dei giudizi sul suo conto espressi dagli stessi conterranei.
Foscolo e i suoi connazionali in Italia. Un capitolo della fortuna primo-ottocentesca
ANDREA SCARDICCHIO
2020-01-01
Abstract
Il contributo ricostruisce, con documenti di prima mano, lo spaccato primo-ottocentesco italiano in cui Foscolo agì confrontandosi, spesso in maniera polemica, non soltanto con i due numi tutelari della letteratura italiana dell'epoca, Monti e Cesarotti, ma anche con i suoi connazionali greci residenti in Italia. Grazie una serie di nuove testimonianze epistolari, rinvenute presso l'Archivio Mustoxidi di Corfù, è stato possibile ricostruire il complesso delle relazioni intrattenute dallo zantiota con la generazione dei suoi compatrioti in Italia (Isabella Teotochi Albrizzi, Emilio De Tipaldo Andrea Mustoxidi, Mario Pieri, Andrea Kalvos). Alla luce di ciò, lo studio segue il percorso di determinazione della fisionomia italo-greca del Foscolo, saggiandone il rapporto con la terra natale (che passava inevitabilmente da quello a vario titolo intrattenuto con i suoi connazionali migliori) e illustrandone una prima fortuna critica, legata a doppio filo alla ricezione della sua opera nell’età coeva. Fortuna traballante e non sempre favorevole, come si è dimostrato, tenuto conto dei giudizi sul suo conto espressi dagli stessi conterranei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.