Gli atti di questo convegno segnano l'avvio della pubblicazione di una serie di ricerche sistematiche sulla ceramica italiota condotte da un gruppo di specialisti da tempo impegnati ad evidenziare le conoscenze disponibili su questa produzione nella fase "post-Trendall", e accomunati dalla volontà di valorizzare la ceramica figurata come documento capace di contribuire a chiarire aspetti della storia della Magna Grecia di epoca classica ed ellenistica. Partendo dal caso di studio della tomba 100 di Torre di Mare (Metaponto, Matera), i contributi si concentrano sul tema della mobilità dei pittori e del ruolo da essa giocato nella costituzione dell'identità di una produzione. La mobilità degli artigiani, non è, infatti, un tratto esclusivo della ceramica italiota, e l'attenzione riservata dagli studi più recenti alle problematiche legate alla produzione ha permesso di meglio comprendere i fenomeni che presiedono alla diffusione delle tecniche e degli stili e che contribuiscono alla nascita o alla fine delle produzioni nelle differenti regioni del mondo greco, soprattutto in relazione agli spostamenti dei pittori e dei vasai. Resta, tuttavia, da stabilire quali siano gli elementi che consentono di riconoscere questi spostamenti. Nel caso della ceramica della Magna Grecia, la mobilità umana rappresenta una chiave di lettura essenziale a causa dell'unità geografica del territorio, dell'interazione tra le colonie greche che si qualificano come centri di produzione e tra queste e la loro clientela (situata in prossimità o in centri posti a limitata distanza), della molteplicità dei centri di produzione e, infine, del fenomeno dello spostamento delle officine presso nuove committenze.
Mobilità dei pittori e identità delle produzioni. Presentazione
Silvestrelli, Francesca
2018-01-01
Abstract
Gli atti di questo convegno segnano l'avvio della pubblicazione di una serie di ricerche sistematiche sulla ceramica italiota condotte da un gruppo di specialisti da tempo impegnati ad evidenziare le conoscenze disponibili su questa produzione nella fase "post-Trendall", e accomunati dalla volontà di valorizzare la ceramica figurata come documento capace di contribuire a chiarire aspetti della storia della Magna Grecia di epoca classica ed ellenistica. Partendo dal caso di studio della tomba 100 di Torre di Mare (Metaponto, Matera), i contributi si concentrano sul tema della mobilità dei pittori e del ruolo da essa giocato nella costituzione dell'identità di una produzione. La mobilità degli artigiani, non è, infatti, un tratto esclusivo della ceramica italiota, e l'attenzione riservata dagli studi più recenti alle problematiche legate alla produzione ha permesso di meglio comprendere i fenomeni che presiedono alla diffusione delle tecniche e degli stili e che contribuiscono alla nascita o alla fine delle produzioni nelle differenti regioni del mondo greco, soprattutto in relazione agli spostamenti dei pittori e dei vasai. Resta, tuttavia, da stabilire quali siano gli elementi che consentono di riconoscere questi spostamenti. Nel caso della ceramica della Magna Grecia, la mobilità umana rappresenta una chiave di lettura essenziale a causa dell'unità geografica del territorio, dell'interazione tra le colonie greche che si qualificano come centri di produzione e tra queste e la loro clientela (situata in prossimità o in centri posti a limitata distanza), della molteplicità dei centri di produzione e, infine, del fenomeno dello spostamento delle officine presso nuove committenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.