Le ricerche di archeologia del paesaggio costiero condotte negli ultimi 10 anni lungo i versanti adriatico e ionico della Penisola Salentina hanno consentito la mappatura di una serie consistente di markers geoarcheologici di variazione relativa del livello del mare in grado di fornire indicazioni puntuali sui fenomeni tardoolocenici di trasgressione marina e consentendo dunque di avanzare alcune ipotesi di ricostruzione paleogeografica di specifici comparti territoriali. Particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei dati spaziali, cronologici e funzionali di una serie di indicatori archeologici (emersi e/o sommersi) riferibili agli insediamenti costieri fortificati e non risalenti alla prima metà del II millennio a.C.; tra i siti di lunga durata oggetto di indagine risultati di particolare rilievo sono stati raggiunti nel contesto dei progetti avviati a Torre S. Sabina, Torre Guaceto-Scogli di Apani e Scalo di Furno-Porto Cesareo. Tra le evidenze archeologiche in grado di fornire indicazioni diacroniche circa la posizione e l’altezza relativa del livello del mare antico (mura di fortificazione, fossati, piani pavimentali, livelli di occupazione, strutture d’abitato, etc.) le buche di palo hanno certamente un ruolo di primo piano. La mappatura e la schedatura di questi elementi strutturali contribuiscono alla ricostruzione della reale estensione delle aree d’abitato dell’età del Bronzo.
Approccio geoarcheologico per la ricostruzione dei paesaggi costieri e delle dinamiche insediative nel Salento del II millennio a.C.
Teodoro Scarano
;Rita Auriemma;Cristiano Alfonso
2017-01-01
Abstract
Le ricerche di archeologia del paesaggio costiero condotte negli ultimi 10 anni lungo i versanti adriatico e ionico della Penisola Salentina hanno consentito la mappatura di una serie consistente di markers geoarcheologici di variazione relativa del livello del mare in grado di fornire indicazioni puntuali sui fenomeni tardoolocenici di trasgressione marina e consentendo dunque di avanzare alcune ipotesi di ricostruzione paleogeografica di specifici comparti territoriali. Particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei dati spaziali, cronologici e funzionali di una serie di indicatori archeologici (emersi e/o sommersi) riferibili agli insediamenti costieri fortificati e non risalenti alla prima metà del II millennio a.C.; tra i siti di lunga durata oggetto di indagine risultati di particolare rilievo sono stati raggiunti nel contesto dei progetti avviati a Torre S. Sabina, Torre Guaceto-Scogli di Apani e Scalo di Furno-Porto Cesareo. Tra le evidenze archeologiche in grado di fornire indicazioni diacroniche circa la posizione e l’altezza relativa del livello del mare antico (mura di fortificazione, fossati, piani pavimentali, livelli di occupazione, strutture d’abitato, etc.) le buche di palo hanno certamente un ruolo di primo piano. La mappatura e la schedatura di questi elementi strutturali contribuiscono alla ricostruzione della reale estensione delle aree d’abitato dell’età del Bronzo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.