Tra i diversi e numerosi poeti tradotti da Paul Celan in tedesco, Ossip Mandel’štam è certamente la voce poetica a lui più affine e quella che maggiormente ha lasciato il segno nella sua opera lirica. Al “Fratello Ossip” – come recita il titolo di una poesia incompiuta – Celan dedica il suo volume di liriche “Die Niemandsrose”, e su di lui si concentra, dopo il 1957, l’ampio interesse di Celan per la letteratura russa. Il poeta bucovino troverà, nei componimenti di Mandel’štam, una serie di topoi che diverranno caratteristici della sua stessa poetica, dalla “Begegnung” all’immagine dello “Stein”. La familiarità che unisce Celan a Mandel’štam trova le sue motivazioni non solo nel comune esercizio poetico ma anche nella parabola delle vicende personali. Lo stato di persecuzione e le accuse di plagio rivolte al poeta akmeista fanno sì che Celan possa trovare nell’ebreo russo un termine di identificazione, a volte persino arbitraria, del proprio destino e del suo rapporto con l’ebraismo e con l’Occidente. Entrambi poeti e traduttori, entrambi ebrei, entrambi perseguitati e accusati di plagio, essi condividono in primo luogo l’idea di una poesia del dialogo e dell’incontro. Il saggio ricostruisce le tappe e le ragioni di tale affinità come anche l’importanza della letteratura russa per la produzione di Celan della fine degli anni '50. In particolare, l’analisi del componimento intitolato "Mandorla" dimostra come il legame con Mandel’štam porti alla costituzione di una più ampia costellazione di poeti affini che coinvolge anche gli italiani Dante, Petrarca, Ungaretti. Among the numerous poets translated into German by Paul Celan, the Russian poet Acmeism Osip Mandel’štam is the individual that is the most similar to him. Celan dedicated the collection entitled Die Niemandsrose to his “Brother Osip”. Both poets and translators, both being Jewish, both having been persecuted and accused of plagiarism, first and foremost, they share the idea of a poem as being a “dialogue” or an “encounter”. The essay reconstructs the reasons for this affinity and the stages it had gone through, as well as the role of Russian literature for Celan’s production of the late 1950s. Finally, the analysis of the poem entitled “Mandorla” demonstrates how the link to Mandel’štam leads to the constitution of a wider literary constellation that also involves the great Italian authors Dante, Petrarca and Ungaretti.

«Colui che leggeva Petrarca, ad alta voce, in Siberia»: Paul Celan e Osip Mandel’štam

Disanto, Giulia A.
2020-01-01

Abstract

Tra i diversi e numerosi poeti tradotti da Paul Celan in tedesco, Ossip Mandel’štam è certamente la voce poetica a lui più affine e quella che maggiormente ha lasciato il segno nella sua opera lirica. Al “Fratello Ossip” – come recita il titolo di una poesia incompiuta – Celan dedica il suo volume di liriche “Die Niemandsrose”, e su di lui si concentra, dopo il 1957, l’ampio interesse di Celan per la letteratura russa. Il poeta bucovino troverà, nei componimenti di Mandel’štam, una serie di topoi che diverranno caratteristici della sua stessa poetica, dalla “Begegnung” all’immagine dello “Stein”. La familiarità che unisce Celan a Mandel’štam trova le sue motivazioni non solo nel comune esercizio poetico ma anche nella parabola delle vicende personali. Lo stato di persecuzione e le accuse di plagio rivolte al poeta akmeista fanno sì che Celan possa trovare nell’ebreo russo un termine di identificazione, a volte persino arbitraria, del proprio destino e del suo rapporto con l’ebraismo e con l’Occidente. Entrambi poeti e traduttori, entrambi ebrei, entrambi perseguitati e accusati di plagio, essi condividono in primo luogo l’idea di una poesia del dialogo e dell’incontro. Il saggio ricostruisce le tappe e le ragioni di tale affinità come anche l’importanza della letteratura russa per la produzione di Celan della fine degli anni '50. In particolare, l’analisi del componimento intitolato "Mandorla" dimostra come il legame con Mandel’štam porti alla costituzione di una più ampia costellazione di poeti affini che coinvolge anche gli italiani Dante, Petrarca, Ungaretti. Among the numerous poets translated into German by Paul Celan, the Russian poet Acmeism Osip Mandel’štam is the individual that is the most similar to him. Celan dedicated the collection entitled Die Niemandsrose to his “Brother Osip”. Both poets and translators, both being Jewish, both having been persecuted and accused of plagiarism, first and foremost, they share the idea of a poem as being a “dialogue” or an “encounter”. The essay reconstructs the reasons for this affinity and the stages it had gone through, as well as the role of Russian literature for Celan’s production of the late 1950s. Finally, the analysis of the poem entitled “Mandorla” demonstrates how the link to Mandel’štam leads to the constitution of a wider literary constellation that also involves the great Italian authors Dante, Petrarca and Ungaretti.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/441501
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact