Inserito all’interno del difficile clima degli anni di piombo, il saggio analizza il rapporto della Puglia con il referendum abrogativo del 12 maggio del 1974 della legge sul divorzio. Partendo dall’approvazione della legge Fortuna-Baslini (la n. 898 del 1.12.1970) e dal dibattito che ne era scaturito, si ricostruisce innanzitutto il complesso e articolato quadro delle posizioni che si svilupparono in Italia tra coloro che furono a favore del referendum e coloro che invece lo avversarono, in virtù soprattutto di una lettura del divorzio come una scelta di libertà e di democrazia. Particolare attenzione è rivolta al fronte dei cattolici, contrassegnato da profonde divisioni al suo interno che portarono, anche in Puglia - fu il caso per esempio della posizione pro-divorzio del docente dell’Ateno salentino Arrigo Colombo -, a lacerazioni ormai insanabili. Attraverso l’analisi dei principali interventi in Parlamento dei deputati pugliesi, delle strategie elettorali perseguite tanto dal fronte del “sì” quanto da quello del “no”, di diversi articoli – anche di cittadini pugliesi – pubblicati sulla stampa locale (principalmente nelle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno), emerge come anche la Puglia fu una regione particolarmente sensibile al problema del referendum, rivelando spesso, e sull’onda di una battaglia elettorale che aveva assunto in molti casi tratti fortemente politicizzati, un atteggiamento conservatore e contrario al divorzio. E difatti, mentre in altre parti del Mezzogiorno era largamente prevalso il voto per il “no”, nella regione il 52,6% dei votanti si espresse per il “sì” mentre il 47,4% per il “no”, con una prevalenza dei risultati favorevoli all’abrogazione nelle province (tranne che in quella di Taranto) e di quelli favorevoli al divorzio nei capoluoghi (con la sola esclusione di quello di Foggia)
Il referendum sul divorzio del 12 maggio 1974. Dibattiti, propaganda politica, opinione pubblica
E. Caroppo
2019-01-01
Abstract
Inserito all’interno del difficile clima degli anni di piombo, il saggio analizza il rapporto della Puglia con il referendum abrogativo del 12 maggio del 1974 della legge sul divorzio. Partendo dall’approvazione della legge Fortuna-Baslini (la n. 898 del 1.12.1970) e dal dibattito che ne era scaturito, si ricostruisce innanzitutto il complesso e articolato quadro delle posizioni che si svilupparono in Italia tra coloro che furono a favore del referendum e coloro che invece lo avversarono, in virtù soprattutto di una lettura del divorzio come una scelta di libertà e di democrazia. Particolare attenzione è rivolta al fronte dei cattolici, contrassegnato da profonde divisioni al suo interno che portarono, anche in Puglia - fu il caso per esempio della posizione pro-divorzio del docente dell’Ateno salentino Arrigo Colombo -, a lacerazioni ormai insanabili. Attraverso l’analisi dei principali interventi in Parlamento dei deputati pugliesi, delle strategie elettorali perseguite tanto dal fronte del “sì” quanto da quello del “no”, di diversi articoli – anche di cittadini pugliesi – pubblicati sulla stampa locale (principalmente nelle pagine de La Gazzetta del Mezzogiorno), emerge come anche la Puglia fu una regione particolarmente sensibile al problema del referendum, rivelando spesso, e sull’onda di una battaglia elettorale che aveva assunto in molti casi tratti fortemente politicizzati, un atteggiamento conservatore e contrario al divorzio. E difatti, mentre in altre parti del Mezzogiorno era largamente prevalso il voto per il “no”, nella regione il 52,6% dei votanti si espresse per il “sì” mentre il 47,4% per il “no”, con una prevalenza dei risultati favorevoli all’abrogazione nelle province (tranne che in quella di Taranto) e di quelli favorevoli al divorzio nei capoluoghi (con la sola esclusione di quello di Foggia)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.