Il volume “The best interests of the child tra Europa e America Latina” propone un’indagine insolita sulla categoria del superiore interesse del minore, ribaltando il metodo di osservazione “from pratice to theory”, in una chiave di analisi non esclusivamente di diritto pubblico e, soprattutto, in un quadro– avvertito dalla scienza giuridica come sempre più ineludibile – di diritto internazionale comparato. La ricerca, infatti, focalizza il confronto sui formanti delle due più attive Corti regionali, la Corte EDU e la Corte interamericana dei diritti umani. Attraverso di esso, si dà conto non solo degli aspetti strettamente normativi, ma anche delle contingenze fattuali delle singole fattispecie e delle diversità contestuali e procedurali in cui i due organi operano, presupposti indefettibili per rendere la comparazione più funzionale all’individuazione di un possibile “nucleo comune” del best interests of the child. Dalla lettura organica del materiale giurisprudenziale emerge, inoltre, il paradosso solo apparente delle divergenze interpretative, in quanto la presenza di ermeneutiche differenti – sia sul piano diacronico che sincronico – si rivela essere, prima ancora che assolutamente compatibile con la fisiologica essenza del principio, probabilmente persino necessaria per l’individuazione, case by case, del “bene” del singolo minore.

The Best Interests of the Child tra Europa e America Latina.Emersioni giurisprudenziali comparate

Vincenzo Lorubbio
Writing – Review & Editing
2021-01-01

Abstract

Il volume “The best interests of the child tra Europa e America Latina” propone un’indagine insolita sulla categoria del superiore interesse del minore, ribaltando il metodo di osservazione “from pratice to theory”, in una chiave di analisi non esclusivamente di diritto pubblico e, soprattutto, in un quadro– avvertito dalla scienza giuridica come sempre più ineludibile – di diritto internazionale comparato. La ricerca, infatti, focalizza il confronto sui formanti delle due più attive Corti regionali, la Corte EDU e la Corte interamericana dei diritti umani. Attraverso di esso, si dà conto non solo degli aspetti strettamente normativi, ma anche delle contingenze fattuali delle singole fattispecie e delle diversità contestuali e procedurali in cui i due organi operano, presupposti indefettibili per rendere la comparazione più funzionale all’individuazione di un possibile “nucleo comune” del best interests of the child. Dalla lettura organica del materiale giurisprudenziale emerge, inoltre, il paradosso solo apparente delle divergenze interpretative, in quanto la presenza di ermeneutiche differenti – sia sul piano diacronico che sincronico – si rivela essere, prima ancora che assolutamente compatibile con la fisiologica essenza del principio, probabilmente persino necessaria per l’individuazione, case by case, del “bene” del singolo minore.
2021
978-88-921-4008-0
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