Il contributo ricostruisce le dinamiche relazionali e le strategie socio-economiche elaborate e messe in atto da una ricca famiglia ebrea livornese di imprenditori, i Misrachi, attivi sin dalla seconda metà dell’Ottocento nell’area sud orientale del continente europeo. L’esponente più rappresentativo della famiglia nel Novecento è Giorgio Elia, figura di “industriale polivalente”, ben inserito nei circuiti economici a livello internazionale, impegnato in più settori dell’industria, del commercio e della finanza, con interessi privilegiati nel settore della tabacchicoltura. La dimensione transnazionale della sua vicenda diviene particolarmente significativa per leggere da più punti di vista i molti passaggi che regolano e accompagnano il processo di formazione, di selezione e di affermazione dei gruppi dirigenti nel XX secolo e per analizzare il ruolo delle nouvelle élites economiche nei rapporti con le istituzioni e con la società, in particolare negli anni del fascismo, quando l’imprenditore si impone, grazie alle politiche del Monopolio, come uno dei più potenti concessionari di tabacco, ottenendo nel 1936 la nomina a “cavaliere al merito del lavoro”. Per l’autorevolezza sociale, per le ingenti ricchezze, per le strette relazioni con il regime, i Misrachi, come poche altre famiglie ebraiche, sfuggono alla legislazione razziale: nel 1941 Giorgio sarà dichiarato «non appartenente alla razza ebraica».
Gruppi dirigenti e relazioni transnazionali. La famiglia ebrea-livornese dell'imprenditore polivalente Giorgio Elia Misrachi (1888-1963)
De Donno, Daria
2022-01-01
Abstract
Il contributo ricostruisce le dinamiche relazionali e le strategie socio-economiche elaborate e messe in atto da una ricca famiglia ebrea livornese di imprenditori, i Misrachi, attivi sin dalla seconda metà dell’Ottocento nell’area sud orientale del continente europeo. L’esponente più rappresentativo della famiglia nel Novecento è Giorgio Elia, figura di “industriale polivalente”, ben inserito nei circuiti economici a livello internazionale, impegnato in più settori dell’industria, del commercio e della finanza, con interessi privilegiati nel settore della tabacchicoltura. La dimensione transnazionale della sua vicenda diviene particolarmente significativa per leggere da più punti di vista i molti passaggi che regolano e accompagnano il processo di formazione, di selezione e di affermazione dei gruppi dirigenti nel XX secolo e per analizzare il ruolo delle nouvelle élites economiche nei rapporti con le istituzioni e con la società, in particolare negli anni del fascismo, quando l’imprenditore si impone, grazie alle politiche del Monopolio, come uno dei più potenti concessionari di tabacco, ottenendo nel 1936 la nomina a “cavaliere al merito del lavoro”. Per l’autorevolezza sociale, per le ingenti ricchezze, per le strette relazioni con il regime, i Misrachi, come poche altre famiglie ebraiche, sfuggono alla legislazione razziale: nel 1941 Giorgio sarà dichiarato «non appartenente alla razza ebraica».File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2022_De Donno_Classi dirigenti_Italia unita.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale
Note: indicazione di copyright dell'editore
Licenza:
Creative commons
Dimensione
192.26 kB
Formato
Adobe PDF
|
192.26 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.