Con la Seconda guerra mondiale il sistema produttivo italiano era stato pesantemente deteriorato. Pertanto, la nuova classe dirigente, subito dopo il conflitto, ha dovuto impegnare gran parte delle sue energie per delineare un modello politico-costituzionale ma anche per individuare una politica economica in grado di risollevare le sorti del paese. I piani rivolti a riattivare la produzione e le coalizioni politiche non riuscirono ad assicurare l’armonia necessaria per effettuare tale transizione e una stabilità sia al sistema politico sia a quello economico. Già nel 1963, con la crisi del centrismo, si percepiva una fondamentale incapacità della classe dirigente nel determinare delle coalizioni che potessero garantire una stabilità politica ma, soprattutto, nell’avviare un modello di sviluppo economico per modernizzare il paese. All’inadeguatezza delle politiche liberiste non corrispose un’altrettanta lucidità della sinistra nell’abbracciare le innovazioni prefigurate dalle teorie Keynesiane. In quel contesto storico possiamo però rinvenire l’impegno di importanti personalità come Rodolfo Morandi, Riccardo Lombardi, Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni, Cesare Merzagora, Ugo La Malfa, Enrico Mattei, Vittorio Valletta, Sinigaglia, Raffaele Mattioli, Giuseppe Di Vittorio, Palmiro Togliatti, Alberto Breglia, Paolo Sylos Labini, Sergio Steve e Giorgio Fuà.

Le politiche economiche in Italia nei primi anni del secondo dopoguerra

Salvatore Barbagallo
2019-01-01

Abstract

Con la Seconda guerra mondiale il sistema produttivo italiano era stato pesantemente deteriorato. Pertanto, la nuova classe dirigente, subito dopo il conflitto, ha dovuto impegnare gran parte delle sue energie per delineare un modello politico-costituzionale ma anche per individuare una politica economica in grado di risollevare le sorti del paese. I piani rivolti a riattivare la produzione e le coalizioni politiche non riuscirono ad assicurare l’armonia necessaria per effettuare tale transizione e una stabilità sia al sistema politico sia a quello economico. Già nel 1963, con la crisi del centrismo, si percepiva una fondamentale incapacità della classe dirigente nel determinare delle coalizioni che potessero garantire una stabilità politica ma, soprattutto, nell’avviare un modello di sviluppo economico per modernizzare il paese. All’inadeguatezza delle politiche liberiste non corrispose un’altrettanta lucidità della sinistra nell’abbracciare le innovazioni prefigurate dalle teorie Keynesiane. In quel contesto storico possiamo però rinvenire l’impegno di importanti personalità come Rodolfo Morandi, Riccardo Lombardi, Pasquale Saraceno, Ezio Vanoni, Cesare Merzagora, Ugo La Malfa, Enrico Mattei, Vittorio Valletta, Sinigaglia, Raffaele Mattioli, Giuseppe Di Vittorio, Palmiro Togliatti, Alberto Breglia, Paolo Sylos Labini, Sergio Steve e Giorgio Fuà.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/475226
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact