Il primo passo per superare ogni forma di discriminazione, xenofobia, o addirittura di gerarchizzazione della varietà umana, sta nel riconoscimento dell’identità culturale dell’Altro. Nella storia delle migrazioni, delle deportazioni, delle diaspore, tale identità può preservarsi nella capacità di conservare e valorizzare le proprie attitudini e (almeno in parte) il proprio retaggio, all’interno di un confronto interculturale. Per quanto riguarda la vicenda degli afrodiscendenti nella storia dell’Occidente, l’esempio più alla portata di tutti è quello degli afroamericani, il cui riconoscimento artistico ed estetico, a livello mondiale, ha contributo alla loro emancipazione sociale e alla loro valorizzazione identitaria. Qualcosa di simile - benché molto meno studiato - è avvenuto anche nell'Europa rinascimentale. Ciò che più affascinava gli europei protomoderni erano il talento musicale africano e l’euforica singolarità delle loro danze, in grado di favorire il riconoscimento della loro dignità umana e delle loro attitudini tradizionali. Il capitolo rintraccia e discute sinteticamente una serie di fonti iconografiche e musicali in grado di contribuire alla ricostruzione della storia "non scritta" dell'interculturalità euro-africana, e in particolare di un talento musicale e coreutico fortemente apprezzato, condiviso e rappresentato.
Un antidoto al razzismo. La musica degli afroeuropei nella prima età moderna.
Gianfranco Salvatore
2023-01-01
Abstract
Il primo passo per superare ogni forma di discriminazione, xenofobia, o addirittura di gerarchizzazione della varietà umana, sta nel riconoscimento dell’identità culturale dell’Altro. Nella storia delle migrazioni, delle deportazioni, delle diaspore, tale identità può preservarsi nella capacità di conservare e valorizzare le proprie attitudini e (almeno in parte) il proprio retaggio, all’interno di un confronto interculturale. Per quanto riguarda la vicenda degli afrodiscendenti nella storia dell’Occidente, l’esempio più alla portata di tutti è quello degli afroamericani, il cui riconoscimento artistico ed estetico, a livello mondiale, ha contributo alla loro emancipazione sociale e alla loro valorizzazione identitaria. Qualcosa di simile - benché molto meno studiato - è avvenuto anche nell'Europa rinascimentale. Ciò che più affascinava gli europei protomoderni erano il talento musicale africano e l’euforica singolarità delle loro danze, in grado di favorire il riconoscimento della loro dignità umana e delle loro attitudini tradizionali. Il capitolo rintraccia e discute sinteticamente una serie di fonti iconografiche e musicali in grado di contribuire alla ricostruzione della storia "non scritta" dell'interculturalità euro-africana, e in particolare di un talento musicale e coreutico fortemente apprezzato, condiviso e rappresentato.File | Dimensione | Formato | |
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