Metodologie didattiche attive, qualità di vita e fragilità dei nostri giorni. L’esperienza di “Sentirsi in alto mare”.

L'articolo descrive il nesso esistente tra l’agire inclusivo e il pensare inclusivo nei diversi contesti di apprendimento e quindi la necessità di evidenziare, in un tempo di crisi multilevel come l’attuale, le cornici epistemologiche, antiche e anche inedite, indispensabili per scegliere e poi utilizzare con intenzionalità educativa specifiche prati- che didattiche come per esempio i circle time. Nel tentativo di declinare nella pratica di ogni giorno il concetto di inclusione assieme a quello di qualità della vita ricorrendo a metodologie didattiche attive sia fra i banchi di scuola sia nei contesti di formazione dei giovani e degli adulti, il contributo ripercorre l’esperienza formativo - immersiva chiamata “Sentirsi in alto mare” dal punto di vista dei formandi-narratori che, all’interno di “cerchi” metodologicamente e simbolicamente realizzati, hanno avuto la possibilità di capacitare la dimensione affettiva diventando pertanto più consapevoli delle loro competenze narrative, emotive, di resilienza e socio-relazionali.