L'inflazione mediatica del tema dell'immigrazione in Europa conduce spesso a letture semplicistiche e unidimensionali che rivelano il cedimento dei concetti. Davanti a questa evidente implosione, ci è apparso utile cercare l'ausilio delle immagini, per restituire al lettore la multidimensionalità del problema. Un problema che abbiamo circoscritto ad una delle principali porte d'accesso all'Europa: la città greca di Patrasso. E' sulla soglia di questa porta che la nostra ricerca ha migrato per osservare il confine e per ascoltare i confinati ed è su questa soglia che le immagini ci hanno sostenuto e indicato un percorso interpretativo, consegnandoci due altre soglie: quella costruita da Franz Kafka tra umano e subumano e quella costruita da Elias Canetti tra massa e potere. Due autori ebrei e due deterritorializzati, che hanno riflettuto a lungo sulla metamorfosi e ci hanno consentito di utilizzarla come figura retorica per accedere alla porta europea della legge e alla sua costruzione ed esclusione del clandestino. In questa nostra similitudine tra migrazione e metamorfosi, ci siamo permessi di trasformare Gregor Samsa, il protagonista della metamorfosi di Kafka, nell'archetipo del migrante moderno e, in particolare, del clandestino a Patrasso.
Migrazione come metamorfosi. Gregor Samsa clandestino a Patrasso
Punzi, Corrado
2013-01-01
Abstract
L'inflazione mediatica del tema dell'immigrazione in Europa conduce spesso a letture semplicistiche e unidimensionali che rivelano il cedimento dei concetti. Davanti a questa evidente implosione, ci è apparso utile cercare l'ausilio delle immagini, per restituire al lettore la multidimensionalità del problema. Un problema che abbiamo circoscritto ad una delle principali porte d'accesso all'Europa: la città greca di Patrasso. E' sulla soglia di questa porta che la nostra ricerca ha migrato per osservare il confine e per ascoltare i confinati ed è su questa soglia che le immagini ci hanno sostenuto e indicato un percorso interpretativo, consegnandoci due altre soglie: quella costruita da Franz Kafka tra umano e subumano e quella costruita da Elias Canetti tra massa e potere. Due autori ebrei e due deterritorializzati, che hanno riflettuto a lungo sulla metamorfosi e ci hanno consentito di utilizzarla come figura retorica per accedere alla porta europea della legge e alla sua costruzione ed esclusione del clandestino. In questa nostra similitudine tra migrazione e metamorfosi, ci siamo permessi di trasformare Gregor Samsa, il protagonista della metamorfosi di Kafka, nell'archetipo del migrante moderno e, in particolare, del clandestino a Patrasso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.