Il contributo analizza i dati relativi alle ceramiche comuni acrome e acrome incise, rinvenute nella fossa 1 della Torre Mozza del castello di Lecce. La ceramica comune rinvenuta appartiene a contenitori in impasto depurato privi di rivestimento vetroso distinti in ceramica acroma, incisa, dipinta e dipinta incisa. Le ceramiche acrome e quelle con decorazione incisa, sono realizzate con impasti depurati o semi depurati, molto probabilmente realizzati con argille il cui bacino di approvvigionamento è esclusivamente locale; le caratteristiche principali degli impasti corrispondono a quelle note in letteratura per l’area pugliese e, in particolare, salentina. Le ceramiche acrome presentano un ventaglio di forme più articolato rispetto alle incise e alle dipinte. Sono stati individuati diversi contenitori di grandi dimensioni, come la giara, medie come i pitali, le anfore e le olle e vasi più piccoli come le borracce e i mortai. Tra le forme chiuse è singolare la presenza della borraccia, un tipo di contenitore che generalmente si trova nella veste invetriata, graffita o smaltata e quasi mai del tutto acroma. Le borracce prodotte nel Salento, infatti, sono rivestite e decorate, ma dalla fossa 1 del castello provengono diversi esemplari non rivestiti e completamente privi di decorazione. Nel gruppo delle ceramiche con funzionalità domestiche prive di rivestimento si annovera anche un gruppo di reperti con decorazione incisa a crudo. Si tratta di manufatti esclusivamente di forma chiusa e con un repertorio morfologico ridotto a due sole forme, l’anforetta e la fiasca. Stando quindi ai dati archeologici a disposizione è possibile datare le ceramiche acrome con decorazione incisa a partire dal XV secolo, probabilmente con una produzione ancora poco attestata che, invece, sarà incrementata nel XVI. Nei secoli successivi sia le forme che le decorazioni incise continueranno ad essere prodotte in maniera costante e senza particolari variazioni, affiancate però da simili manufatti in veste invetriata o smaltata.

Le ceramiche acrome e acrome incise

Marisa, Tinelli
Primo
;
Elisabetta, Caliandro
Secondo
2022-01-01

Abstract

Il contributo analizza i dati relativi alle ceramiche comuni acrome e acrome incise, rinvenute nella fossa 1 della Torre Mozza del castello di Lecce. La ceramica comune rinvenuta appartiene a contenitori in impasto depurato privi di rivestimento vetroso distinti in ceramica acroma, incisa, dipinta e dipinta incisa. Le ceramiche acrome e quelle con decorazione incisa, sono realizzate con impasti depurati o semi depurati, molto probabilmente realizzati con argille il cui bacino di approvvigionamento è esclusivamente locale; le caratteristiche principali degli impasti corrispondono a quelle note in letteratura per l’area pugliese e, in particolare, salentina. Le ceramiche acrome presentano un ventaglio di forme più articolato rispetto alle incise e alle dipinte. Sono stati individuati diversi contenitori di grandi dimensioni, come la giara, medie come i pitali, le anfore e le olle e vasi più piccoli come le borracce e i mortai. Tra le forme chiuse è singolare la presenza della borraccia, un tipo di contenitore che generalmente si trova nella veste invetriata, graffita o smaltata e quasi mai del tutto acroma. Le borracce prodotte nel Salento, infatti, sono rivestite e decorate, ma dalla fossa 1 del castello provengono diversi esemplari non rivestiti e completamente privi di decorazione. Nel gruppo delle ceramiche con funzionalità domestiche prive di rivestimento si annovera anche un gruppo di reperti con decorazione incisa a crudo. Si tratta di manufatti esclusivamente di forma chiusa e con un repertorio morfologico ridotto a due sole forme, l’anforetta e la fiasca. Stando quindi ai dati archeologici a disposizione è possibile datare le ceramiche acrome con decorazione incisa a partire dal XV secolo, probabilmente con una produzione ancora poco attestata che, invece, sarà incrementata nel XVI. Nei secoli successivi sia le forme che le decorazioni incise continueranno ad essere prodotte in maniera costante e senza particolari variazioni, affiancate però da simili manufatti in veste invetriata o smaltata.
2022
978-88-9285-191-7
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Il_castello_di_Lecce_vol.II_5.3.1_Tinelli.pdf

non disponibili

Tipologia: Versione editoriale
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 4.35 MB
Formato Adobe PDF
4.35 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/506066
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact