Tra il 29 agosto e il 301 settembre 2022 si è svolta la sesta campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), sede di un piccolo abitato messapico esteso su una superficie di circa 3 ettari e caratterizzato da un circuito murario di circa 650 m di lunghezza. Lungo il lato sud delle mura antiche è stata messa in luce parte della linea interna dell’opera difensiva; a ridosso di quest’ultima è stato messo in luce un probabile ambiente di deposito di contenitori, coperto da una tettoia in tegole. Al di sotto di uno strato di crollo di tegole e materiale lapideo, sono stati documentati numerosi grandi contenitori riferibili a differenti classi ceramiche (ceramica ad impasto, ceramica acroma, ceramica a vernice nera, anfore), fratturati sul posto e schiacciati probabilmente in maniera repentina, forse a causa di un incendio e del conseguente crollo delle strutture murarie e di copertura. Il vasellame recuperato sembra per lo più inquadrabile nell’ambito del periodo arcaico. In corrispondenza del lato settentrionale della cinta muraria (dove le indagini sono state avviate per la prima volta nel 2022), il dato di maggiore interesse è rappresentato dal ritrovamento di parte di una pavimentazione riferibile all’età messapica, abbastanza ben conservata e realizzata in maniera molto accurata, con grosse lastre di calcare ben lisciate in superficie. Solo il prosieguo delle indagini potrà confermare o meno l’ipotesi preliminare che possa trattarsi di un piano stradale; ipotesi fondata sulla posizione di quest’ultimo in relazione alla probabile presenza di una porta di accesso all’abitato, individuata in quest’area in base all’analisi aerofotografica.

Li Schiavoni (Nardò)

Giovanna Cera
2022-01-01

Abstract

Tra il 29 agosto e il 301 settembre 2022 si è svolta la sesta campagna di scavo presso il sito di località Li Schiavoni (Nardò - LE), sede di un piccolo abitato messapico esteso su una superficie di circa 3 ettari e caratterizzato da un circuito murario di circa 650 m di lunghezza. Lungo il lato sud delle mura antiche è stata messa in luce parte della linea interna dell’opera difensiva; a ridosso di quest’ultima è stato messo in luce un probabile ambiente di deposito di contenitori, coperto da una tettoia in tegole. Al di sotto di uno strato di crollo di tegole e materiale lapideo, sono stati documentati numerosi grandi contenitori riferibili a differenti classi ceramiche (ceramica ad impasto, ceramica acroma, ceramica a vernice nera, anfore), fratturati sul posto e schiacciati probabilmente in maniera repentina, forse a causa di un incendio e del conseguente crollo delle strutture murarie e di copertura. Il vasellame recuperato sembra per lo più inquadrabile nell’ambito del periodo arcaico. In corrispondenza del lato settentrionale della cinta muraria (dove le indagini sono state avviate per la prima volta nel 2022), il dato di maggiore interesse è rappresentato dal ritrovamento di parte di una pavimentazione riferibile all’età messapica, abbastanza ben conservata e realizzata in maniera molto accurata, con grosse lastre di calcare ben lisciate in superficie. Solo il prosieguo delle indagini potrà confermare o meno l’ipotesi preliminare che possa trattarsi di un piano stradale; ipotesi fondata sulla posizione di quest’ultimo in relazione alla probabile presenza di una porta di accesso all’abitato, individuata in quest’area in base all’analisi aerofotografica.
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