Il saggio prende in esame la figura di Nikolaj Dmitrievič Protasov (1886-1940), storico erudito e archeologo proveniente da ambienti clericali, che giunge in Puglia nel 1914 in missione scientifica e di ricerca. Lo studioso, che indaga sul ruolo svolto dal monachesimo bizantino nei territori posti sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli (VIII-XI secolo) e su come la pittura russa antica potesse essere stata influenzata dalla pittura italiana medioevale, sarà completamente assorbito dalla scoperta delle chiese rupestri pugliesi e dalle raffigurazioni in esse presenti di San Nicola di Myra di cui darà accurata descrizione in Pis’ma iz Apulii (1914-1915). Prive degli artifici retorici della produzione memorialistica o diaristica, le epistole di Nikolaj Dmitrievič sono una chiara testimonianza di quanto l’Italia fosse terra di grande attrattiva presso i russi non solo per la ricchezza del patrimonio artistico e per le amenità paesaggistiche ma anche per il ruolo fondamentale che proprio la sua parte meridionale aveva avuto sin dai tempi della guerra greco-gotica (535-553). Nelle epistole di Protasov, testimonianza del viaggio da lui compiuto, ritroviamo gli echi di antichi conflitti, di persecuzioni, di ondate migratorie, delle comunità dei monaci greci e delle vite dei Santi pur nell’esattezza di un testo marcato da un’estrema precisione sensistica nella percezione dell’ambiente e composto nella rispettosa osservanza e applicazione pratica di quanto stabilito dall’autorità culturale che aveva determinato il passaggio dello studioso nel sud dell’Italia.
Lo sguardo dello storico del'arte. Nikolaj Dmitrievič Protasov e le "Epistole dalla Puglia"
Gloria Politi
2023-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame la figura di Nikolaj Dmitrievič Protasov (1886-1940), storico erudito e archeologo proveniente da ambienti clericali, che giunge in Puglia nel 1914 in missione scientifica e di ricerca. Lo studioso, che indaga sul ruolo svolto dal monachesimo bizantino nei territori posti sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli (VIII-XI secolo) e su come la pittura russa antica potesse essere stata influenzata dalla pittura italiana medioevale, sarà completamente assorbito dalla scoperta delle chiese rupestri pugliesi e dalle raffigurazioni in esse presenti di San Nicola di Myra di cui darà accurata descrizione in Pis’ma iz Apulii (1914-1915). Prive degli artifici retorici della produzione memorialistica o diaristica, le epistole di Nikolaj Dmitrievič sono una chiara testimonianza di quanto l’Italia fosse terra di grande attrattiva presso i russi non solo per la ricchezza del patrimonio artistico e per le amenità paesaggistiche ma anche per il ruolo fondamentale che proprio la sua parte meridionale aveva avuto sin dai tempi della guerra greco-gotica (535-553). Nelle epistole di Protasov, testimonianza del viaggio da lui compiuto, ritroviamo gli echi di antichi conflitti, di persecuzioni, di ondate migratorie, delle comunità dei monaci greci e delle vite dei Santi pur nell’esattezza di un testo marcato da un’estrema precisione sensistica nella percezione dell’ambiente e composto nella rispettosa osservanza e applicazione pratica di quanto stabilito dall’autorità culturale che aveva determinato il passaggio dello studioso nel sud dell’Italia.File | Dimensione | Formato | |
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