La disciplina delle società personali nulla prevede in ordine alle modalità di esercizio dell’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori. Non è chiaro se l’azione debba essere intrapresa esclusivamente dalla società attraverso il legale rappresentante, come ritiene la giurisprudenza prevalente, o se i soci possano agire individualmente per il risarcimento del danno al patrimonio sociale, come suggerisce parte della dottrina. Il riconoscimento della legittimazione ai singoli soci si scontra con il principio processualistico che vieta di agire in giudizio facendo valere in nome proprio un diritto altrui. Tuttavia, impedire l’esercizio individuale dell’azione rischia di incentivare comportamenti abusivi da parte dei soci appartenenti al gruppo di comando a scapito degli altri. Se la società non agisce, rimane frustrato l’interesse del singolo socio alla reintegrazione del patrimonio sociale e, con esso, alla tutela del valore della propria partecipazione. La questione della legittimazione assume allora i contorni di un problema di giustizia sostanziale che, in attesa di un auspicabile intervento del legislatore, potrebbe trovare una soluzione nel ricorso alla teoria degli obblighi di protezione.
Azione di responsabilità nelle società personali: legittimazione e tutela del socio
Tullio, Paolo
2024-01-01
Abstract
La disciplina delle società personali nulla prevede in ordine alle modalità di esercizio dell’azione sociale di responsabilità contro gli amministratori. Non è chiaro se l’azione debba essere intrapresa esclusivamente dalla società attraverso il legale rappresentante, come ritiene la giurisprudenza prevalente, o se i soci possano agire individualmente per il risarcimento del danno al patrimonio sociale, come suggerisce parte della dottrina. Il riconoscimento della legittimazione ai singoli soci si scontra con il principio processualistico che vieta di agire in giudizio facendo valere in nome proprio un diritto altrui. Tuttavia, impedire l’esercizio individuale dell’azione rischia di incentivare comportamenti abusivi da parte dei soci appartenenti al gruppo di comando a scapito degli altri. Se la società non agisce, rimane frustrato l’interesse del singolo socio alla reintegrazione del patrimonio sociale e, con esso, alla tutela del valore della propria partecipazione. La questione della legittimazione assume allora i contorni di un problema di giustizia sostanziale che, in attesa di un auspicabile intervento del legislatore, potrebbe trovare una soluzione nel ricorso alla teoria degli obblighi di protezione.File | Dimensione | Formato | |
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