Il saggio, partendo dalla perdita di rilevanza scientifica della categoria delle transizioni costituzionali, si concentra sulla categoria, recentemente coniata, del costituzionalismo autoritario. Non è un saggio che mira a descrivere o classificare i sistemi autoritari. Questi ultimi vengono passati in rassegna solo per dimostrare come alcuni punti fermi del costituzionalismo (ad esempio alcune istituzioni della democrazia rappresentativa) coesistono in alcune autocrazie, funzionando quasi come nei regimi tipici del costituzionalismo democratico. In virtù di ciò, la dottrina (nordamericana) ha coniato la categoria del costituzionalismo autoritario. La mia proposta è che la parola “costituzionalismo” in senso proprio non potrebbe essere affiancata all’aggettivo “autoritario”. Per distinguere la parola “costituzionalismo” affiancata all’aggettivo “autoritario” e la parola “costituzionalismo” affiancata all’aggettivo “democratico”, evoco il concetto di isotopia, secondo cui la stessa parola assume significati diversi in forza del diverso contesto. Lo scopo essenziale del saggio è quello di descrivere scientificamente questo contesto nei suoi punti fermi storico-filosofico-giuridici, per affermare che altri regimi – per poter rientrare nella categoria del costituzionalismo democratico – devono intraprendere percorsi quantomeno simili. Tale operazione impone di ripercorrere quei passaggi che giungono a caratterizzare gli stessi punti fermi o approdi quantomeno paragonabili (si pensi al segno lasciato nel Medioevo con riferimento al concetto di libertà privata, al sistema inglese che fu laboratorio della nascita e dell’evoluzione dei valori liberali, a una letteratura in questo senso emblematica, come Kant e Grozio, ecc.). Pur avendo le mie profonde convinzioni, non prendo posizione su quale sia il modo migliore per regolare la convivenza umana, tuttavia, individuando un metodo scientificamente supportato attraverso il quale suggerire come certi termini non debbano essere utilizzati in modo promiscuo, cerco di offrire un contributo alla caratterizzazione e distinzione del costituzionalismo. Con l’effetto, ovviamente, di considerare “prescrittiva” la categoria del costituzionalismo.
Isotopia e distinzioni tra il vecchio e il nuovo: costituzionalismo liberaldemocratico e “costituzionalismo” autoritario
Melica, Luigi
2023-01-01
Abstract
Il saggio, partendo dalla perdita di rilevanza scientifica della categoria delle transizioni costituzionali, si concentra sulla categoria, recentemente coniata, del costituzionalismo autoritario. Non è un saggio che mira a descrivere o classificare i sistemi autoritari. Questi ultimi vengono passati in rassegna solo per dimostrare come alcuni punti fermi del costituzionalismo (ad esempio alcune istituzioni della democrazia rappresentativa) coesistono in alcune autocrazie, funzionando quasi come nei regimi tipici del costituzionalismo democratico. In virtù di ciò, la dottrina (nordamericana) ha coniato la categoria del costituzionalismo autoritario. La mia proposta è che la parola “costituzionalismo” in senso proprio non potrebbe essere affiancata all’aggettivo “autoritario”. Per distinguere la parola “costituzionalismo” affiancata all’aggettivo “autoritario” e la parola “costituzionalismo” affiancata all’aggettivo “democratico”, evoco il concetto di isotopia, secondo cui la stessa parola assume significati diversi in forza del diverso contesto. Lo scopo essenziale del saggio è quello di descrivere scientificamente questo contesto nei suoi punti fermi storico-filosofico-giuridici, per affermare che altri regimi – per poter rientrare nella categoria del costituzionalismo democratico – devono intraprendere percorsi quantomeno simili. Tale operazione impone di ripercorrere quei passaggi che giungono a caratterizzare gli stessi punti fermi o approdi quantomeno paragonabili (si pensi al segno lasciato nel Medioevo con riferimento al concetto di libertà privata, al sistema inglese che fu laboratorio della nascita e dell’evoluzione dei valori liberali, a una letteratura in questo senso emblematica, come Kant e Grozio, ecc.). Pur avendo le mie profonde convinzioni, non prendo posizione su quale sia il modo migliore per regolare la convivenza umana, tuttavia, individuando un metodo scientificamente supportato attraverso il quale suggerire come certi termini non debbano essere utilizzati in modo promiscuo, cerco di offrire un contributo alla caratterizzazione e distinzione del costituzionalismo. Con l’effetto, ovviamente, di considerare “prescrittiva” la categoria del costituzionalismo.File | Dimensione | Formato | |
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