Il 20 maggio 1965, "Cartoteca" va in scena all’Auditorium della Fiera del Mare di Genova: un piccolo allestimento del primo testo drammatico scritto dal poeta polacco Tadeusz Różewicz, che Quartucci realizza insieme agli studenti del CUT (Centro Universitario Teatrale) genovese. Sebbene la produzione sia stata realizzata con pochi mezzi e abbia avuto solo un paio di repliche, la Cartoteca di Quartucci costituisce uno spettacolo spartiacque che, rompendo la forma scenica a cui il regista si era approcciato l’anno precedente con "Aspettando Godot" (1964), costituisce una testimonianza dell’evoluzione del linguaggio scenico verso le forme del Nuovo Teatro e verso la scoperta, da parte di Quartucci stesso, della natura maietuica del suo approccio all'attore e alla scena. Il testo di Różewicz è apparentemente disordinato, non presenta divisione tra le scene, e i personaggi non hanno una connotazione precisa: tutti elementi che hanno influenzato la realizzazione scenica. Ma il regista non è stato suggestionato solo dal testo del poeta polacco. Da un punto di vista drammaturgico e creativo, Quartucci aveva subito le influenze dell’avanguardia americana, conosciuta attraverso la presenza del Living Theatre in Italia nel corso della prima metà degli anni Sessanta, e attraverso il volume "Nuovo teatro americano", curato da Furio Colombo. Inoltre, il regista messinese era entrato in contatto con altri testi che proponevano drammaturgie altre, per la maggior parte conosciuti attraverso "Teatro uno", un’antologia curata da Luciano Codignola, pubblicata da Einaudi nel 1962. Da un punto di vista teorico, attraverso "Cartoteca", Quartucci è stato capace di strumentalizzare - rendendoli organici - alcuni temi introdotti dall’"Opera aperta" di Umberto Eco, così come l’aleatorietà e l’entropia del senso descritti in "Simbolo comunicazione consumo" di Gillo Dorfles. Attraverso una ricca bibliografia e le testimonianze orali raccolte nel corso del progetto "In viaggio con Carlo Quartucci", l’intervento intende indagare il processo creativo di "Cartoteca", ponendo l’attenzione su tutti quegli elementi - sia drammaturgici che teorici - che hanno condizionato il lavoro del regista messinese.

"Cartoteca" e il CUT di Genova

Simone Dragone
2024-01-01

Abstract

Il 20 maggio 1965, "Cartoteca" va in scena all’Auditorium della Fiera del Mare di Genova: un piccolo allestimento del primo testo drammatico scritto dal poeta polacco Tadeusz Różewicz, che Quartucci realizza insieme agli studenti del CUT (Centro Universitario Teatrale) genovese. Sebbene la produzione sia stata realizzata con pochi mezzi e abbia avuto solo un paio di repliche, la Cartoteca di Quartucci costituisce uno spettacolo spartiacque che, rompendo la forma scenica a cui il regista si era approcciato l’anno precedente con "Aspettando Godot" (1964), costituisce una testimonianza dell’evoluzione del linguaggio scenico verso le forme del Nuovo Teatro e verso la scoperta, da parte di Quartucci stesso, della natura maietuica del suo approccio all'attore e alla scena. Il testo di Różewicz è apparentemente disordinato, non presenta divisione tra le scene, e i personaggi non hanno una connotazione precisa: tutti elementi che hanno influenzato la realizzazione scenica. Ma il regista non è stato suggestionato solo dal testo del poeta polacco. Da un punto di vista drammaturgico e creativo, Quartucci aveva subito le influenze dell’avanguardia americana, conosciuta attraverso la presenza del Living Theatre in Italia nel corso della prima metà degli anni Sessanta, e attraverso il volume "Nuovo teatro americano", curato da Furio Colombo. Inoltre, il regista messinese era entrato in contatto con altri testi che proponevano drammaturgie altre, per la maggior parte conosciuti attraverso "Teatro uno", un’antologia curata da Luciano Codignola, pubblicata da Einaudi nel 1962. Da un punto di vista teorico, attraverso "Cartoteca", Quartucci è stato capace di strumentalizzare - rendendoli organici - alcuni temi introdotti dall’"Opera aperta" di Umberto Eco, così come l’aleatorietà e l’entropia del senso descritti in "Simbolo comunicazione consumo" di Gillo Dorfles. Attraverso una ricca bibliografia e le testimonianze orali raccolte nel corso del progetto "In viaggio con Carlo Quartucci", l’intervento intende indagare il processo creativo di "Cartoteca", ponendo l’attenzione su tutti quegli elementi - sia drammaturgici che teorici - che hanno condizionato il lavoro del regista messinese.
2024
979-12-5500-061-7
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