Lo studio traccia un rapido profilo della prima fortuna critica e iconografica del Codex Purpureus Rossanensis, a partire dalle più antiche descrizioni e dalle più sue antiche riproduzioni fotografiche. Un capitolo particolarmente importante di questa vicenda è legato all'Esposizione di arte italo-bizantina, tenuta a Grottaferrata nel 1905 e all'edizione in cromofototipia pubblicata da Antonio Muñoz poco più di un anno più tardi (1907). “Il Codice Purpureo di Rossano e il frammento Sinopense” conobbe una diffusione vasta e rimase per decenni l’unica fonte per la conoscenza della stupefacente qualità cromatica dell’opera. Un altro importante contributo alla conoscenza del manoscritto si sono rivelate le foto storiche. Le diverse campagne fotografiche realizzate a partire dalla fine del XIX secolo hanno permesso di mettere a fuoco l'evoluzione dei problemi conservativi che il Rossanensis ha conosciuto nell'arco del Novecento. La ricostruzione di questo corpus di immagini si è rivelata molto preziosa anche in occasione del recente intervento di restauro (ICRCPAL- 2013-2015). La sostituzione della pesante legatura novecentesca ha infine permesso di riesaminare il problema, tuttora molto controverso, della struttura originale del ciclo miniato. Nella parte finale del saggio è proposta una nuova restituzione del corredo illustrativo. L'ipotesi perfeziona, con nuovi argomenti, la proposta pubblicata in Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia (serie 3a), Rendiconti, XCI (2019).
Le storie incrociate del Codex Purpureus Rossanensis. Da Rossano a Grottaferrata
Speciale Lucinia
2024-01-01
Abstract
Lo studio traccia un rapido profilo della prima fortuna critica e iconografica del Codex Purpureus Rossanensis, a partire dalle più antiche descrizioni e dalle più sue antiche riproduzioni fotografiche. Un capitolo particolarmente importante di questa vicenda è legato all'Esposizione di arte italo-bizantina, tenuta a Grottaferrata nel 1905 e all'edizione in cromofototipia pubblicata da Antonio Muñoz poco più di un anno più tardi (1907). “Il Codice Purpureo di Rossano e il frammento Sinopense” conobbe una diffusione vasta e rimase per decenni l’unica fonte per la conoscenza della stupefacente qualità cromatica dell’opera. Un altro importante contributo alla conoscenza del manoscritto si sono rivelate le foto storiche. Le diverse campagne fotografiche realizzate a partire dalla fine del XIX secolo hanno permesso di mettere a fuoco l'evoluzione dei problemi conservativi che il Rossanensis ha conosciuto nell'arco del Novecento. La ricostruzione di questo corpus di immagini si è rivelata molto preziosa anche in occasione del recente intervento di restauro (ICRCPAL- 2013-2015). La sostituzione della pesante legatura novecentesca ha infine permesso di riesaminare il problema, tuttora molto controverso, della struttura originale del ciclo miniato. Nella parte finale del saggio è proposta una nuova restituzione del corredo illustrativo. L'ipotesi perfeziona, con nuovi argomenti, la proposta pubblicata in Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia (serie 3a), Rendiconti, XCI (2019).| File | Dimensione | Formato | |
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